Bicocca, Pirelli premia gli ecoprogetti

Tutti i disegni in mostra al palazzo della Permanente fino al 29

Pamela Dell’Orto

Breda-Ansaldo, da simbolo della Milano delle ciminiere, grigia e instancabile, ad area periferica dismessa. Un’immagine che ormai appartiene al passato. Perché fra poco sarà il centro di una metropoli che guarda al futuro e che pensa all’ambiente. Nell’area della Bicocca, un quartiere da un milione di metri quadri, l’ex stabilimento ne occupa «solo» 60mila. Spazio che a partire dalla seconda metà del 2006, sarà dedicato a uffici, sale congressi, parchi, aree commerciali e parcheggi sotterranei. Al recupero totale della Bicocca mancheranno allora 140mila metri quadri, che ospiteranno la nuova sede dell’ospedale Besta, i nuovi uffici del gruppo Pirelli e l’ultima tranche dell’università Statale.
Come sarà la cosiddetta Grande Bicocca, lo spiega Emilio Biffi, amministratore delegato Sviluppo Pirelli Re, che mesi fa ha indetto un concorso richiamando dieci gruppi di architetti emergenti (italiani e non). «Per la prima volta in Italia, e credo anche altrove, un concorso di architettura ha utilizzato come sistema di valutazione il Gbc (Green Building Challenge) legato alla sostenibilità ambientale degli edifici». E questo significa che l’ex Ansaldo sarà il primo quartiere ecocompatibile della città. E che le capitali europee ci invidieranno. Basta dare un’occhiata ai progetti dei due vincitori del concorso: lo studio fiorentino Archea Associati, e l’americano Michael Maltzan Architecture. «Ne abbiamo scelti due perché riteniamo che siano maturi entrambi. E che possano collaborare fra loro», spiega Stefano Boeri, direttore della rivista Domus e membro della giuria. «Intanto - aggiunge Biffi - ci daremo un mese di tempo per gli approfondimenti tecnici, e per stabilire se e come si possa instaurare una collaborazione fra i due gruppi».
I progetti vincitori sono in effetti molto diversi fra loro. La proposta di Archeo si lega molto all’ambiente in cui nasce: «È come se la fabbrica fosse in grado di generare una parte della città». E infatti la sua idea della nuova Grande Bicocca è costellata di grosse torri cilindriche. Torri colorate e se si vuole anche divertenti, con grossi cilindri «che richiamano i gasometri». Ma che poi a ben vedere sono basati su severissimi principi di compatibilità ambientale. Materiali riciclati, niente campi elettrici, ma soprattutto un sistema rivoluzionario di condizionamento dell’aria. «Una di queste torri - spiegano dallo studio - produce ghiaccio: l’acqua passa attraverso e si rinfresca, e il ghiaccio è prodotto di notte quando l’energia costa meno. Così ci sarà un risparmio del cinquanta per cento».
Due grosse torri «ecologiche» (qui però sono due parallelepipedi) sono al centro anche dell’altro progetto, quello americano.

Fatte di materiali di recupero, come acciaio riciclato, sono collegate da un ponte e circondate da due parchi. Per vederli con i propri occhi prima che siano realizzati, tutti i progetti saranno in mostra al palazzo della Permanente fino al 29 ottobre.

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