Linteresse e il consumo di cibi biologici nel Lazio cresce giorno dopo giorno. Ad alimentare un mercato, che fino a pochi anni fa era assai ristretto, hanno enormemente contribuito i sempre più frequenti scandali alimentari. Una situazione che spinge inevitabilmente fasce sempre più ampie di consumatori a orientare le proprie scelte verso prodotti più sani e certificati, frutto di una lavorazione che esclude prodotti chimici di sintesi.
Nella provincia di Roma, negli ultimi mesi si sono moltiplicati i supermercati, che vendono prodotti biologici. Basti pensare, che nellarco di tre anni le aziende biologiche nel Lazio sono passate da 1400 a 2736. A guidare il primato è la provincia di Roma, dove le aziende bio sono passate da 350 a 1250. Un autentico boom, rappresentato sia dalla necessità di mangiare sano, conoscere i prodotti che si portano in tavola, sia dal prezzo accessibile. Circa un decennio fa mangiare prodotti biologici, significava stare al passo con la moda, essere di tendenza. Oggi grazie ai prezzi accessibili, la maggior parte delle famiglie romane mangia prodotti biologici. Peraltro, esiste un segmento crescente di consumatori che non si accontenta di consumare biologico ma preferisce quello locale che non deve essere trasportato per lunghe distanze con mezzi di trasporto inquinanti prima di giungere in tavola.
A trainare la crescita del bio ci sono i prodotti ortofrutticoli freschi (18,4 per cento), i prodotti per linfanzia (17,6 per cento) e i lattiero-caseari (5,7 per cento), che sono stati più recentemente oggetto di scandali alimentari. Un suolo sano e vitale è la corretta base di partenza per ottenere prodotti sani e vitali. Questo è il primo impegno dellagricoltore biologico. Banditi dunque concimi, diserbanti, insetticidi, anticrittogamici di origine chimica, nel biologico la crescita delle piante viene sostenuta dallutilizzo di prodotti organici (come il letame, il compost) o di tecniche (come il sovescio, le rotazioni colturali) appropriate, dallutilizzo di prodotti o meccanismi di difesa naturali (come zolfo, rame, macerati di piante, lancio di insetti utili predatori dei parassiti, consociazione di piante diverse). Si recuperano anche varietà antiche o dimenticate, talora meno produttive, ma più rustiche e quindi meno attaccabili dai parassiti.
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