Scarsa pulizia, cibi non «tracciabili» se non addirittura scaduti e per finire anche frode in commercio. È il risultato di una serie di controlli effettuati non in qualche bettolaccia di periferia, ma in tre dei più conosciuti e frequentati ristoranti etnici del centro: il Giada in via Palazzo Reale 5, il Wasabi di via Ponte Vetero 14 e il Mei Lin di via San Giovanni sul Muro 13.
I controlli sono scattati laltro giorno quando agenti del commissariato Centro e della polizia annonaria, hanno passato al setaccio una serie di ristoranti nellambito della normale attività di routine. Per primo è finito nel mirino il noto ristorante cinese Giardino di Giada, aperto nel 1980, che propone piatti «prevalentemente cantonesi, con specialità della cucina imperiale. Elaborati piatti di carne, ma anche proposte a base di pesce e di frutti di mare. Notevoli poi, per intenditori, le specialità dello Sichuan» come specifica il raffinato sito internet. Poi gli agenti sono passati al Wasabi, una piccola catena aperta nel 2006 da Zheng e sua moglie Zhang che, si legge nella loro pagina web, «seguono con entusiasmo e dedizione ogni dettaglio e saranno felici di accogliervi nei ristoranti di Via Solferino e Via Ponte Vetero». Terza visita infine al Mei Lin che, sul mercato da una ventina danni, reclamizza i suoi «piatti della tradizione malese, ma non solo perché presso di noi potrete degustare anche i piatti della tradizione cinese, indiana, tailandese e Nyonya.
Nonostante le pattinate pubblicità sulla rete, i risultato dei controlli è stato quanto mai sconfortante. I tre ristoranti sono stati tutti sanzionati sia per «detenzione di prodotti alimentari privi di qualsiasi informazione utile a consentire il rispetto della tracciabilità alimentare» sia per «scarsa pulizia delle apparecchiature e dei locali in contatto con gli alimenti». Il Wasabi e il Mein Lin inoltre sono stati multati anche per «alimenti scaduti e sprovvisti delle idonee indicazioni previste dalla legge», mentre il solo Wasabi per «omessa attuazione di varie procedure previste nel piano di autocontrollo». Totale delle sanzioni: 13mila e 500. Ma non finisce qui perché il signor Zheng, titolare del Wasabi, è stato anche denunciato allautorità giudiziaria per «frode in commercio» con conseguente sequestro di una quarantina di chili di carne e pesce.
I controlli della polizia tuttavia non si sono limitati al solo centro storico, in quanto i colleghi del commissariato Bonola hanno controllato, e multato, alcuni bar nella loro zona. In particolare il Bar Torrefazione in via Dolci, gestito da un cinese, dovrà pagare 5.
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