Blitz di Scaroni: più spazio per l’Eni in Russia

Sarà rivisto l’accordo con Gazprom siglato da Mincato: il gruppo italiano crescerà nella ricerca e nel gas

da Milano

Blitz dell’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, ieri a Mosca dove ha ridiscusso l’accordo siglato a maggio con Gazprom dal suo predecessore Vittorio Mincato. Scaroni, che ha incontrato il presidente del gruppo russo Alexey Miller, ha ottenuto la possibilità di una più ampia collaborazione con Gazprom nel settore dell’upstream (esplorazione e sviluppo di giacimenti) in Russia, in quello della vendita di prodotti petroliferi fuori dalla Russia e della commercializzazione di gas in Europa. Entro fine ottobre, afferma un comunicato, i vertici delle due società si incontreranno per definire il quadro complessivo della nuova collaborazione sulla base delle intese raggiunte ieri. Osservatori stranieri parlavano ieri sera di un «segnale di aggressività» da parte del management Eni che è riuscito a contrattare un ampliamento dei propri spazi operativi con quello che oggi è il maggior gruppo mondiale nel settore degli idrocarburi. Basti pensare che la produzione giornaliera di Gazprom nel 2004 è stata di 9,3 milioni di barili giorno, contro i 4,3 milioni della ExxonMobil (che è il secondo produttore mondiale) e gli 1,6 milioni dell’Eni.
D’altro canto, per Gazprom quello italiano è un mercato strategico, il terzo per grandezza in Europa dopo Gran Bretagna e Germania. L’Italia, tra l’altro, è il secondo importatore europeo per volumi di gas russo: nel 2004 Gazprom ha fornito al nostro paese 21,3 miliardi di metri cubi di gas.
Il nuovo accordo supera la precedente intesa del maggio 2005 che prevedeva il prolungamento dei contratti in corso in cambio della cessione a Gazprom della possibilità di commercializzare sul mercato italiano 2 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Una scelta che non aveva mancato di suscitare polemiche e che lo stesso consiglio di amministrazione aveva voluto approfondire e su cui mercoledì, il presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, aveva di fatto anticipato il parere non favorevole della commissione. In ogni caso il nuovo accordo verrà sottoposto, una volta finalizzato, all’autorizzazione dell’Autorità per la concorrenza.
Gazprom si sta affermando, con l’appoggio del governo moscovita, come il nuovo colosso energetico russo: lo scorso 28 settembre ha acquistato il 72,6% della Sibneft per oltre 13 miliardi di dollari, arrivando a detenere il 75,6% in totale. Gazprom ha già altri accordi di collaborazione con l’Eni, con cui ha partecipato alla realizzazione del progetto Blue Stream (il gasdotto che attraversa il Mar Nero e che porta il gas russo in Turchia), messo in funzione nel febbraio del 2003.

Tra l’altro, il prolungamento di dieci anni del contratto con Gazprom (se, come prevedibile, sarà confermato) permetterà all’Eni di trattare da una posizione di maggiore forza negoziale l’altro importante contratto, quello con l’Algeria, che scade verso il 2017.

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