Felice Manti
da Milano
Domani può essere il giorno della verità per Bnl. Ieri il titolo ha chiuso a 2,675 euro (più 0,22%). Segno che tra gli operatori di mercato cè grande incertezza sul futuro della banca di Via Veneto, contesa dagli spagnoli di Bbva (meno 0,99% a 12,95 euro) e da Unipol (meno 1,43% a 3,11 euro). Caltagirone e gli immobiliaristi fuori dal patto di sindacato sarebbero pronti, forse già domani, a consegnare per 2,2 miliardi a Giovanni Consorte i titoli Bnl in loro possesso, pari a oltre il 27%, a un prezzo di poco superiore ai 2,7 euro. In questo modo per Unipol, che ha già il 10% di Bnl, scatterebbe lobbligo di Opa sul 100%, a un prezzo stimato in 2,56 euro ad azione. Convinti gli immobiliaristi, per cantare vittoria bisognerà incassare il sì di Bankitalia, Consob e Isvap, finanziare il necessario aumento di capitale, pianificare cessioni e acquisizioni per riequilibrare i ratios patrimoniali in unoperazione da oltre 6,5 miliardi. Dietro Consorte, che cerca un partner bancario forte ci sarebbero per ora quattro cooperative, Crédit Suisse, Dresdner, Bnp Paribas, Royal Bank of Scotland e le popolari Carige e Bper. Dopo gli entusiasmi iniziali rimane alla finestra la Popolare di Vicenza, che ieri ha detto che venderà il suo 3,6% ma solo «al miglior offerente». Contro Consorte e gli immobiliaristi si è pronunciato il presidente di Bnl, Luigi Abete: la strategia di Consorte è «contro il mercato e i piccoli soci». Critico anche lex presidente di Bnl. Nerio Nesi, che tifa per il Banco di Bilbao, definito «un bene per Bnl e per il sistema bancario». Unipol, ha detto ancora Nesi, è solo una «banchetta recentissima di cui nessuno sa niente». In effetti Bbva può ancora farcela. Lipotesi di un possibile rilancio dellofferta spagnola di 5 azioni Bnl, in scadenza il 22 luglio e ferma allo 0,051%, è ancora in piedi.
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