Il cambiamento climatico fa sentire la sua morsa e spinge verso l’alto i prezzi dei generi alimentari. Il motivo è da ricondurre agli eventi estremi che hanno interessato la Penisola e altre nazioni tra ondate di calore, incendi, piogge intense e grandinate. Insomma, il meteo avverso fa salire i prezzi.
Il conto totale è di un ulteriore aggravio per 4,7 miliardi di euro, ossia una spinta dell’inflazione verso l’alto, con punte che arrivano al 3,2% per alcuni generi alimentari.
Il quadro attuale vede una tendenza confusa: l’inflazione frena ma il prezzo del carrello della spesa tende ad aumentare, viziato soprattutto dai prezzi di frutta e verdura i cui rincari non sono sempre giustificati dalla maggiore domanda.
Il meteo e gli alimentari
L’associazione di consumatori Consumerismo è giunta alla conclusione secondo cui: “Il cambiamento climatico impatta sulle risorse, sull'agricoltura, sulle infrastrutture e sulla produzione di energia, comportando un aumento dei costi generali che a sua volta influenza i prezzi dei beni e dei servizi offerti al pubblico. Ad esempio, il costo di un bene agricolo aumenta a causa di una minore disponibilità di produzione dovuta a un cambiamento climatico negativo, come sta accadendo da molti mesi per numerose tipologie di ortaggi o frutta”.
Fino a qui può sembrare tutto lineare e ferreo ma, come fa notare il presidente di Confimprese Mario Resca sulle pagine del Corriere, si va verso una serie di paradossi. Il primo è che l’esplosione dei prezzi dovuta ai danni del maltempo potrebbe smorzare i consumi creando danni maggiori ai settori dei beni alimentari non durevoli come frutta e verdura. Il secondo è che si accentuerà la situazione che stiamo vivendo, quella in cui l’inflazione cala ma il prezzo del carrello della spesa no.
Tornando a Consumerismo, i cambiamenti climatici influiscono fino al +3,2% sui prezzi dei prodotti alimentari al dettaglio, ossia circa 246 euro all’anno per una famiglia di quattro persone.
Piove sul bagnato
La stagione estiva non è segnata soltanto dall’aumento generale dei beni alimentari – soprattutto frutta e verdura – ma è viziata anche dall’aumento incontrollato dei costi dei mezzi di trasporto e di tutto ciò che riguarda il turismo, pacchetti vacanze inclusi.
Se il turismo genera inflazione, la vita non costa meno neppure per chi resta in città anche perché, come fa notare Consumerismo, considerando il costo dell’energia elettrica le bollette possono lievitare fino a 110 euro per famiglia, complice il caldo.A tutto ciò si aggiunge un aumento fuori misura dei prezzi dei carburanti. Nel suo complesso il quadro non concede un pieno relax neanche a chi si stende sotto l’ombrellone.
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