da Milano
Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo (nel 2005 il rendimento è stato del 24,3% contro il 3,2% dei titoli di Stato), ma oltre a non riuscire a superare il difetto storico delle ridotte dimensioni, in questultimo anno ha visto aumentare il rischio per linvestitore. Come è testimoniato dallaccresciuto numero di fallimenti tra le società quotate, in particolare quelle provenienti dal Nuovo mercato.
A fare il punto sulla situazione è Mediobanca nella tradizionale ricerca annuale Indici e dati, giunta alla 60ma edizione, dove lufficio studi di Piazzetta Cuccia fotografa i numeri degli investimenti azionari e obbligazionari. Lanalisi certifica la buona salute di Piazza Affari: da gennaio 2005 a giugno 2006, il balzo è stato del 28,5%, a cui si aggiunge un altro 8,8% da luglio a oggi.
Ampliando il periodo di riferimento al 1996, Milano è terza per rialzo (più 196,2%), superata solo da Madrid (più 291,4%) e Stoccolma (più 209,5%). Il tallone dAchille è però nelle dimensioni: Milano è undicesima per capitalizzazione, appaiata allAustralia, dietro a Svizzera e Spagna. Negativo anche il confronto basato sullincidenza della capitalizzazione di Borsa sul Pil: con il 49,5% Milano precede la sola Germania. Meglio il parametro degli scambi, dove Piazza Affari è ottava. Il problema è sempre il basso numero di società quotate. Negli ultimi anni il trend non è cambiato e le nuove quotazioni sono quasi pareggiate dalle cancellazioni dal listino, in seguito a Opa e fusioni. Dal 2004 inoltre è iniziato il fenomeno delle cancellazioni in seguito a fallimento o messa in liquidazione: 13 i casi verificatisi in poco più di 2 anni, segno dellaccresciuta rischiosità dellinvestimento. Nel 2006 inoltre, riporta Mediobanca, pur in un quadro positivo della Borsa sono aumentati i titoli in perdita: 130 sui 390 totali (33%), mentre nel 2005 erano il 24% e nel 2004 il 27 per cento.
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