Levento che non accadeva da tempo. Il senatùr a Milano. Sul palco in piazza Cordusio, Umberto Bossi chiude la manifestazione della Lega Nord. E, davanti alla sua gente, innanzitutto una domanda: «La questione è: liberi sì oppure no?».
Poco prima, una catena umana attorno al Duomo. Verde, il colore dominante. La Lega Nord scende in piazza. «Una manifestazione - spiegano i militanti del Carroccio e del movimento Giovani padani - organizzata per riprenderci la città».
Le quattro e mezza di un pomeriggio afoso. Bandiere del partito e palloncini bianchi e verdi sul sagrato della cattedrale, slogan contro «Roma ladrona la Lega non perdona», per la «Padania libera», perché «chi non salta clandestino è».
Un migliaio di persone, dicono gli organizzatori. Rumoroso, il corteo parte verso piazza Cordusio, in testa una grande bandiera con una croce rossa in campo bianco. Davanti al gazebo di Dario Fo, tra via Mercanti e piazza Cordusio, i manifestanti sfilano tranquillamente, seguendo linvito dello stesso Salvini. Prima della partenza della manifestazione, il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, chiede a tutti di sfilare davanti al gazebo «con un sorriso». «Mi raccomando, facciamo finta di niente».
Del resto, ben altro li aspetta. Tutti diretti verso il comizio finale. Sul palco, è atteso il senatùr. Gridano il nome di Umberto Bossi, il segretario federale, che celebra la giornata dellorgoglio leghista. Sono le sei quando arriva. Ad animare il corteo, prima di lui, ci aveva pensato ancora Salvini. «Siamo qui a manifestare perché i padroni a casa nostra siamo noi, come dice lo slogan che stiamo gridando», dice leuroparlamentare.
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