È durata poche ore la libertà di Calogero, 38 anni, scappato dal carcere di Bollate alle 9.30 e ripreso, praticamente sotto casa, alle 15.30 dagli agenti penitenziari. Del resto non si trattava di un personaggio alla Diabolik ma, sempre restando nel campo della letteratura, di un poveraccio simile a quelli delle ballate di Enzo Jannacci. La sua storia parla chiaro: sbandato, tossicodipendente, dopo aver abbracciato il Buddismo ultimamente era solito parlare con gli uccelli. Era stato condannato per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale (visto il suo stato mentale...) e sarebbe uscito solo a luglio 2007.
Calogero comunque è un povero diavolo di inesistente spessore criminale e per questo era finito a Bollate, carcere di «minima» sicurezza dove finiscono appunto personaggi non pericolosi. Aveva ottenuto di essere assegnato al lavoro esterno e ieri mattina insieme ad altri 8 «colleghi» stava pulendo la caserma e la mensa degli agenti di custodia. Era stato visto da un poliziotto alle 9.30 e 15 minuti dopo era sparito. Impresa non impossibile: basta prendere la porta, saltare una recinzione metallica di un paio di metri e si riguadagna la libertà.
Immediate sono scattate le ricerche prima allinterno del carcere, poi via via allesterno fino a raggiungere i luoghi solitamente frequentati da Calogero. Come Pioltello, dove era nato, o le Colonne di San Lorenzo, dove andava a rifornirsi di droga, e la zona Lambrate, dove vive la sua famiglia. E difatti una pattuglia di agenti in borghese lha individuato verso le 15.30 ai margini di Parco Lambro, placidamente addormentato su una panchina. I poliziotti si sono avvicinati, qualcuno dei suoi «amici» li ha notati e ha cercato di mettere in allarme il ricercato ma era ormai tardi. Luomo è stato bloccato dalle guardie e per fortuna, questa volta, Carmelo non ha opposto resistenza: si è fatto docilmente ammanettare e riportare in cella.
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