da Washington
Dopo mesi di pressioni internazionali, il suicidio di tre detenuti, e infine il duro colpo dalla Corte suprema degli Stati Uniti che ha bocciato i tribunali militari speciali voluti dal presidente George W. Bush, lamministrazione americana ha finalmente cambiato rotta e rivisto le proprie politiche su Guantanamo.
Con una svolta, il Pentagono ha deciso che tratterà i detenuti della base navale cubana secondo gli standard della convenzione di Ginevra per i diritti dei prigionieri di guerra. La notizia giunge non solo sullonda della sentenza della Corte suprema, emessa a fine giugno e alla quale lamministrazione aveva promesso di adeguarsi, ma anche alla vigilia di nuove riunioni al Congresso per affrontare la questione. Oggi si sono infatti aperte le udienze della commissione giudiziaria al Senato per riscrivere la legge alla luce della sentenza della Corte suprema, e consentire ai sospettati di terrorismo di essere processati negli Stati Uniti.
La pressione intorno a Guantanamo era cresciuta rapidamente nel corso degli ultimi mesi, anche a seguito delle iniziative di protesta di molti detenuti: uno sciopero delle fame che ha coinvolto fino a un massimo di 300 persone, molti tentativi di suicidio culminati in una rivolta e infine nella morte di tre prigionieri, riusciti a togliersi la vita contemporaneamente impiccandosi con le lenzuola l11 giugno scorso. Sullonda emotiva di questi fatti, gli appelli per la chiusura di Guantanamo si erano moltiplicati, giungendo da tutte le parti: dallOnu allUnione Europea fino ai singoli Stati, molti dei quali come la Svezia, sono da sempre decisi sostenitori della lotta al terrorismo di Bush e delle sue politiche in Medio Oriente.
Ma il colpo più duro, e la conseguente svolta, sono stati senzaltro quelli arrivati dalla Corte suprema, che con la sua sentenza sul caso «Hamdam contro Rumsfeld» ha contraddetto quanto sempre sostenuto dallamministrazione Bush. La Corte non solo ha bocciato i tribunali militari ad hoc istituiti dallamministrazione, ma ha ritenuto che lArticolo 3 della Convenzione, ovvero la parte riguardante i prigionieri di guerra, fosse applicabile anche ai sospettati di terrorismo.
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