Giuseppe Marino
Per i soli alimenti light il giro daffari è stimato in 300 milioni di euro, ma i tassi di crescita sono super. In realtà però, la tendenza a dare una veste «salutista» si va estendendo sempre più a tutti i cibi che affollano gli scaffali dei supermercati. Le etichette degli alimenti abbondano sempre più di richiami alla linea, alla leggerezza, con eccessi che, a pensarci sopra un attimo, scadono nel ridicolo. Come possono essere dietetiche o light le patatine fritte? Eppure la fantasia dei pubblicitari non ha freno. «Il fatto è - spiega il professor Michele Carruba, direttore del Centro di studi e ricerche sullobesità dellUniversità di Milano e anima di molte campagne anti-ciccia dellex ministro Girolamo Sirchia - che non tutti leggono o sono in grado di capire le indicazioni nutrizionali, sulle etichette. Quindi risultano molto più efficaci le pubblicità».
«Alcune ricerche - gli fa eco Franca Braga, responsabile delle ricerche sui prodotti alimentari per lassociazione Altroconsumo - dimostrano che i consumatori, al momento dellacquisto, si fanno influenzare soprattutto dagli slogan sulle etichette. E il controllo dellAuthority sulle pubblicità ingannevoli non riesce ad arginare il fenomeno: le condanne arrivano sempre troppo tardi e molti di questi prodotti a ogni stagione si rinnovano e tornano identici, ma con un altro nome».
Ecco quindi che a ogni giro in un supermercato si rinnova linganno e lacquisto di merendine «magre» al cioccolato e integratori «rimodellanti». Di dietetico o salutare cè poco o niente: le nostre preoccupazioni per la linea (in Italia il 45% della popolazione è sovrappeso) ci consegnano indifesi nelle mani di alimenti light e integratori a base di erbe «100% naturali». «Questo è uno dei richiami più di moda - spiega Braga - ma che gli ingredienti siano naturali non garantisce che facciano dimagrire, né che facciano bene. Il mese scorso è stato ordinato il ritiro di decine di integratori contenenti Cimicifuga racemosa. Una sostanza naturale. Ma tossica».
Lunico effetto fin qui provato è quello delle fibre che, se ingerite con acqua, poi si gonfiano e ci fanno sentire sazi. «Ma solo momentaneamente - frena Carruba - perché il senso di sazietà che prova il cervello è un meccanismo complesso. Se alla dilatazione gastrica non segue linnalzamento della glicemia, la sazietà svanisce in pochi minuti. Ecco perché è meglio un panino integrale che un prodotto che isola una singola fibra». E ancora: sui «brucia calorie» sono arrivate decine di condanne per pubblicità ingannevole, ma lo slogan è duro a morire. E poi i prodotti «drenanti» e «diuretici» (che praticamente è la stessa cosa): «Perdere i liquidi - dice Braga - non significa dimagrire. Se invece cè un serio problema di ritenzione idrica, allora bisogna andare dal medico».
Cè infine il capitolo dei prodotti light. Solo per birra, burro, margarina, formaggio e latte la legge fissa con precisione il quantitativo di grassi che deve contenere un prodotto per definirsi light. In tutti gli altri casi è far west. Dalle rilevazioni di Altroconsumo è emerso ad esempio che per i prodotti da forno, come i biscotti, ci sono versioni light che hanno più calorie della versione normale. «In molti altri casi - dice Braga - la versione light è ottenuta aggiungendo acqua o aria. Quindi basterebbe mangiare una porzione più piccola di quello stesso alimento per ottenere la stessa riduzione di calorie. Inoltre spesso si perde in gusto e qualità dellalimento, visto che la diluizione richiede laggiunta di più conservanti».
«I pubblicitari sfruttano anche corrette informazioni dietetiche - dice Carruba -. Il caso dellacqua minerale è eclatante; sono state fatte molte campagne contro gli alimenti con troppo sodio, ma lacqua non è tra questi. I produttori di minerale hanno sfruttato loccasione per lanciare acque con poco sodio. La riduzione del minerale nellacqua però è insignificante dal punto di vista della salute.
Non ci resta che sperare nellEuropa: sta per entrare in vigore un regolamento che detterà regole più precise sulle etichette. Riuscirà Bruxelles a farci aprire gli occhi?
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