C’è voglia di ripresa: 700 ditte in più solo a settembre

Il settembre dell’impresa lombarda si chiude con un saldo positivo: 2669 imprese iscritte contro 711 cessate. Un «surplus» di 1958 attività che si può considerare un successo, dato che la tendenza del saldo nazionale, nei primi otto mesi del 2009, ha registrato un passivo di 11.261 attività. Un crollo dettato dalle difficoltà del settore del commercio, delle costruzioni, del manifatturiero e dell’agricoltura. Dalla ricerca, condotta dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, emerge quindi una propensione alla crescita per la Lombardia, seguita a sorpresa da due regioni meridionali come Campania e Puglia. Il dato di bilancio delle imprese deriva da un’elaborazione sui dati di Infocamere procedendo per differenza tra il numero delle aziende in attività e quelle che chiudono per cessato esercizio in un lasso di tempo. Considerato il momento di crisi, l’apertura di nuove realtà produttive sul territorio è sinonimo di risposta a una situazione difficile, un messaggio di speranza per l’economia locale e ovviamente nazionale. «Quello che stiamo vivendo è un periodo difficile - ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza -. Il nostro impegno è di portare al di là della crisi il maggior numero di imprese e queste nuove realtà rappresentano un elemento di fiducia, per tutti, per il futuro».
Entrando nel dettaglio, il risultato positivo lombardo si deve al successo del triangolo Milano, Brescia e Bergamo che, nel mese di settembre, ha chiuso i bilanci delle imprese con un attivo di 705, 248 e 222. Non è quindi un caso che il futuro della viabilità lombarda passerà proprio per i tre poli con la Brebemi, l’autostrada lunga 62 chilometri che snellirà il traffico sulla A4 sull’asse produttivo regionale. I capisaldi della spinta lombarda, a differenza della tendenza nazionale dei primi otto mesi dell’anno, sono rappresentati dai settori delle costruzioni dove si registra un attivo di 681 imprese, seguito dal commercio di autoveicoli con un saldo positivo di 492.
«Il dato è sicuramente incoraggiante per l’economia lombarda anche se bisogna sempre stare attenti alla crisi occupazionale - spiega Romano La Russa, assessore regionale all’Industria, Piccola e Media Impresa e Cooperazione -. Per quanto riguarda il numero di imprese che chiudono, occorre tenere conto del fatto che per una porzione di queste si tratta di realtà famigliari che cambiano nome o quanto meno di cambiamenti aziendali ordinari. Tuttavia se si è giunti a questo traguardo un merito è sicuramente anche della Regione che con 400 milioni di euro stanziati, insieme al sistema camerale, ha fatto sì che si potesse mettere in moto una macchina da 4 miliardi di euro.

Inoltre la Regione ha spinto parecchio per l’internazionalizzazione della piccola media industria e per accelerare l’accesso al credito. Non dimentichiamo infatti che molte aziende si sono trovate a corto di liquidità nonostante non mancassero le commesse».

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