
I calciatori cinesi del club Changchun Xidu Fc che milita in terza divisione (l’equivalente della nostra serie C) avevano emesso “regolare fattura”. Ma non nel senso di documento fiscale, bensì sotto forma di cartoncini iettatori di colore giallo con su scritto “Per decreto, Shanxi Chongde Ronghai (la squadra avversaria ndr) deve essere sconfitto”. Nulla di truculento, ma in Cina la “scaramanzia sportiva” anche in versione soft è severamente vietata. E così la società è stata multato di 30.000 yuan (circa 4.100 dollari) dalla Chinese Professional Football League (Cfl) per aver posizionato “oggetti superstiziosi feudali” nello spogliatoio degli avversari.
Curioso però come la motivazione del provvedimento rimandi, a sua volta, a un clima dal sapore piuttosto esoterico: “La Cfl – si legge infatti nella nota – ha operato per purificare l’atmosfera dello stadio”. Come se l’impianto fosse infestato da chissà quali spiriti maligni… Il Changchun Xidu, per la cronaca, ha poi vinto la partita per 2-0. A dimostrazione che nel calcio - specchio della vita (sperando che lo specchio non vada in frantumi: porta sfortuna) - il derby tra i cultori degli scongiuri e sostenitori dall’aplomb razionalistico alla fine viene sempre vinto dai primi, cioè la squadra anti malocchio. Riti apotropaici convintamente praticati da presidenti, allenatori e calciatori di ogni epoca.
Da Anconetani (fautore del sale) a Cellino (ossessionato dalla “numerologia”, che però non è servita a tenere in ordine i numeri finanziari del suo Brescia finito nel peggiore dei modi…); dall’avversione per i gatti neri del paron Rocco al rifiuto di assistere ai rigori di acciughina Allegri; dallo sputo propiziatorio nella metà campo avversaria di Cruijff al bacio al palo di Buffon (da non confondersi col tradizionale bacio di Blanc buon auspicio di sulla pelata di Barthez).