Cosa c'è dietro il trionfo dell'Atalanta

La Dea diventa la prima squadra italiana a vincere l’Europa League. Un successo costruito a piccoli passi, ma ora sotto gli occhi di tutti

Cosa c'è dietro il trionfo dell'Atalanta

Vincendo l’Europa League a Dublino contro il Bayer Leverkusen, grazie a un tripletta di Lookman, l’Atalanta ha entusiasmato moltissimi italiani. Un’impresa straordinaria che non è arrivata dal nulla. A Bergamo i tifosi hanno dato il via a una grande festa, per il secondo titolo in 117 anni di storia per la società. Ovunque non si fa altro che leggere “Atalanta Campione”. È bastato poco ad Ademola Lookman, per mandare in paradiso l’Atalanta contro il Leverkusen e diventare così, il Re nella notte di Dublino. Il gioco armonioso e propositivo della squadra è frutto di un lavoro partito anni fa. Otto anni di costruzione di un progetto che nel tempo è cresciuto in maniera costante, senza urgenza, ma senza mai fermarsi. Il successo ha incluso veramente tutti: calciatori, allenatore, staff tecnico e tifosi, che mercoledì sera in 9mila si sono presentati all’AVIVA Stadium.

Atalanta, festa in campo

Gasperini e la valorizzazione dei giovani

È stato proprio Gian Piero Gasperini, alla guida dell’Atalanta dal 2016, a riportarla in Europa per la prima volta dopo 26 anni, nel 2017. Pian piano ha plasmato la squadra a sua immagine, rendendola sempre più compatta e facendola diventare una big in Italia. Calciatori sconosciuti, giovani prima di tutto, sono stati trasformati in veri e propri talenti. A spiccare non è stata solo la squadra, ma l’intera società bergamasca. Talvolta non simpatico a tutti, Gasperini ha avuto ragione e si è preso la sua rivincita, conquistando il suo primo titolo europeo, nonché il primo trofeo in carriera (aveva sollevato una Coppa dopo la vittoria nel Torneo di Viareggio nel 2003, con la Juventus Primavera). Pur non essendo una grande piazza, l’Atalanta è stata l’esempio di come nonostante questo si possa avere una squadra competitiva e vincente. Una programmazione sostenibile e senza milioni di euro spesi per acquistare dei top player è stato sicuramente il punto da cui partire. A differenza di altre compagini italiane, si è preferito puntare sul vivaio, che da sempre è stata una fucina di talenti. Gasperini con il suo calcio moderno ha azzeccato tutto, già dalla strategia iniziale (ritenuta da qualcuno un po’ azzardata), che prevedeva quattro attaccanti, rendendo la partita un capolavoro. Da sottolineare inoltre, l’umiltà dell’allenatore, che terminata la sfida europea culminata in trionfo, ha voluto far rientrare nel concetto di “vittoria” anche altre squadre italiane come Bologna, Lecce e Verona. La difesa ha fatto il suo, dato che in Europa League, i bergamaschi avevano subito solo 2.8 tiri in porta a partita, una media inferiore a quella di qualsiasi altra squadra nel torneo. Differentemente dal Bayer Leverkusen che ne aveva incassati una media di 7.2.

Gasperini

Percassi si gode l’impresa che vale la storia

L’impresa è stata collettiva: squadra, allenatore, società, ambiente. Sono in tanti ad avere meriti per il successo dell’Atalanta, ma qualcuno forse, è stato il volto più decisivo più di tutti. Nato a Clusone, in provincia di Bergamo, il presidente Antonio Percassi ha trasformato la società atalantina in un gioiello. Dopo anni e anni di sacrifici, finalmente la consacrazione. Una società che vuole sempre evolversi e che cresce in continuazione, come lo stesso ha affermato nel post partita. Oggi, l’Atalanta non ha nulla da invidiare a nessuno, ed è una delle squadre più forti della Serie A. La capacità di Percassi è stata soprattutto quella di credere nel Gasp, dubbi su di lui non ne ha mai avuti. Indipendentemente dai calciatori che comporranno la squadra in futuro poi, la società si è rivelata forte e solida, e saprà regalare altre sorprese ai propri tifosi. Non è un segreto che se prima comprava giovanissimi con pochi soldi, inseguendo solo la plusvalenza, adesso può permettersi anche di fare acquisti da 20-30 milioni, dove spesso non riescono nemmeno squadre come la Juve o l’Inter, per poi rivenderli anche a 100.

Percassi e Gasperini

La gioia incontenibile dei tifosi

Le emozioni non sono ancora finite, perché a Varsavia l’Atalanta in agosto giocherà la Supercoppa contro la vincitrice della Champions League: una tra Borussia Dortmund e Real Madrid. I tifosi, quello slancio in più A Dublino è stata la vittoria dell’appartenenza. Uno dei cori storici che abbiamo sentito a ogni partita in Curva Nord recita: “Siamo bergamaschi e non conosciamo confine”. Un calore costante e un modo di vivere arrivato a tutto il pubblico. Presenti in 9mila per la finale, sono arrivati in ogni modo, dai charter ai voli diretti, alcuni facendo scali improbabili. Pur essendo in minoranza (da Leverkusen erano arrivati in 12mila, si sono fatti sentire. Distribuiti su tre settori, all’angolo della Curva Sud, con le sciarpe in bella vista hanno cantato orgogliosi per novanta minuti, trasmettendo una carica immensa alla propria squadra.

Il popolo atalantino non si è risparmiato nemmeno per un attimo, ed è stato gratificato dai propri beniamini, ricevendo anche la coppa tra le mani, come si può vedere in alcune foto. Da anni la Dea staziona ai vertici del calcio italiano, ma nella sua storia ci si ricorda anche della Serie B e della Serie C. Oggi, essere sul tetto d’Europa ha un sapore in più.

Festa tifosi Atalanta

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