
Quando Cristiano Ronaldo è sbarcato a Riyadh nel gennaio 2023 per unirsi all’Al-Nassr, portando con sé la compagna Georgina Rodríguez, i riflettori si sono subito accesi non solo sul terreno di gioco, ma anche sulla loro vita privata. La coppia, non sposata al momento dell’arrivo, ha convissuto pubblicamente in un Paese in cui le relazioni extraconiugali sono vietate dalla legge islamica. Eppure, nessuna sanzione è stata applicata, a testimonianza di un approccio che oggi distingue tra cittadini locali e stranieri.
La legge, la religione e una nuova flessibilità
L’Arabia Saudita, custode dei luoghi più sacri dell’Islam, vieta ancora formalmente la convivenza fuori dal matrimonio. Tuttavia, come riportato in un’inchiesta dell’agenzia AFP, l’applicazione di questa legge è stata notevolmente allentata negli ultimi anni, soprattutto nei confronti degli stranieri. Le coppie non sposate, purché non saudite, possono oggi soggiornare in hotel, vivere insieme e frequentare liberamente luoghi pubblici senza timore di interventi repressivi.
Il cambiamento è frutto di una graduale trasformazione sociale voluta dal principe ereditario Mohammed bin Salman. Dal 2016, la temuta mutawa, la polizia religiosa che un tempo pattugliava le strade per far rispettare il codice morale islamico, è stata progressivamente messa da parte. Da allora, caffè, ristoranti e spazi pubblici misti sono diventati parte della nuova normalità, almeno nelle grandi città.
Il caso Ronaldo-Georgina
Nonostante questa apertura, la relazione tra Ronaldo e Georgina ha suscitato non poche polemiche sui social media. Quando la coppia ha annunciato ufficialmente il fidanzamento all’inizio di agosto 2025, i commenti si sono divisi tra chi li celebrava e chi li criticava aspramente.
“Come ha potuto la terra delle due sacre moschee accettare questa impurità per due anni?”, si è chiesto su X (ex Twitter) un utente saudita. Ma la maggioranza delle reazioni è stata positiva, e i media locali hanno preferito ignorare le polemiche, scegliendo un approccio più soft. Del resto, il peso mediatico di Cristiano Ronaldo, con oltre 660 milioni di follower su Instagram, e la popolarità di Georgina, protagonista del reality Netflix “Soy Georgina”, sono strumenti di soft power troppo preziosi per essere ignorati.
Giovani, riforme e contraddizioni
Il cambiamento in atto si inserisce nel più ampio progetto Vision 2030, promosso dal governo saudita per diversificare l’economia, ancora fortemente dipendente dal petrolio, e migliorare l’immagine del Regno a livello internazionale.
Oggi, il 70% della popolazione saudita ha meno di 35 anni, e le nuove generazioni chiedono maggiore libertà personale. Le donne possono finalmente guidare e viaggiare senza la costante supervisione di un uomo, anche se il sistema di tutela maschile (che richiede l’approvazione di un parente per molte decisioni) rimane ancora in vigore.
Nonostante questo progresso, la convivenza rimane un tabù per la maggioranza dei sauditi. Solo una piccola élite benestante riesce a vivere insieme senza essere sposata, spesso all’interno di complessi residenziali lussuosi e lontani dagli occhi della società tradizionalista.
Ronaldo, ambasciatore del nuovo corso saudita
La presenza di Ronaldo non è solo un colpo mediatico, ma un tassello fondamentale nella strategia saudita di diventare una potenza sportiva e culturale globale. Da quando è arrivato, il campione portoghese ha attirato una schiera di altri calciatori di alto profilo nella Saudi Pro League, contribuendo a rafforzare il campionato e a proiettarlo sotto i riflettori internazionali.
Sotto la sua influenza, l’Arabia Saudita ha ottenuto l’organizzazione della Coppa del Mondo 2034. Nonostante alcuni insuccessi sul campo, l’Al-Nassr non ha ancora vinto il campionato da quando Ronaldo è entrato in squadra, il numero 7 ha rinnovato il contratto fino al 2027, confermando il suo impegno.
“Cristiano Ronaldo è visto come un ambasciatore ideale per il nuovo volto dell’Arabia Saudita”, afferma Sebastian Sons, esperto del think tank tedesco Carpo. “Incarna l’ambizione del Regno di farsi riconoscere sulla scena globale, non solo per il petrolio, ma anche per lo sport, l’intrattenimento e la modernità.”
Una trasformazione ancora incompleta
L’Arabia Saudita è dunque a un bivio: da un lato continua a mantenere norme religiose e culturali rigide, dall’altro si apre con pragmatismo e opportunismo verso il mondo esterno, soprattutto quando ciò conviene all’immagine del Paese e agli interessi economici.
La storia di Ronaldo e Georgina è il simbolo di questa transizione ambigua, dove i confini tra ciò che è permesso e ciò che è proibito si piegano alle
logiche del potere, dell’immagine e del profitto. E mentre le star straniere possono convivere alla luce del sole, per milioni di sauditi la modernità resta ancora un privilegio a cui accedere con cautela, o da spettatori.