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Dal trionfo di Tamberi al ritorno di Jacobs: il bilancio azzurro ai Mondiali di atletica

Con l'oro a Budapest Tamberi entra nella storia dell'atletica italiana. Jacobs invece ha trascinato l’Italia all’argento con un tempo più basso di quello di Tokyo 2020

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È tempo di bilanci per l'Italia dopo i Mondiali di atletica a Budapest. La truppa azzurra ha chiuso 13ª nel medagliere con 4 medaglie: l'oro di Gianmarco Tamberi nel salto in alto, gli argenti della 4x100 maschile e di Leonardo Fabbri nel getto del peso, e il bronzo di Antonella Palmisano nella 20 chilometri di marcia.

Un ottimo risultato che fa ben sperare in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024. Guardando la storia della kermesse iridata dell'Italia, un bottino uguale fu conquistato a Edmonton 2001. Si è fatto meglio soltanto a Goteborg 1995 con 6 medaglie e nell’edizione casalinga di Roma 1987 con 5. In gara le emozioni non sono mancate e gli uomini più attesi, Tamberi e Jacobs, non hanno tradito le attese.

Gianmarco Tamberi

"Ho battuto i supereroi. Mi sento un umano che batte gli eroi" sono state le prima parole di Gianmarco Tamberi dopo l'oro ai Mondiali. Ma il vero supereroe è stato proprio lui. Con il suo salto a 2 metri e 36 centimetri, realizzato al primo tentativo Gimbo ha regalato all’Italia la gioia più grande ai Mondiali. Davanti all'americano JuVaughn Harrison e il qatariota Mutaz Barshim, è diventato il primo atleta italiano della storia del salto in alto a conquistare un oro mondiale, impresa non riuscita neanche a una leggenda del salto in alto come Sara Simeoni.

Un trionfo stavolta inatteso che arriva dopo le difficoltà palesate nei prime le giornate di gara quando Tamberi aveva rischiato l'eliminazione. I più grandi però sono quelli abituati a dare il meglio nei momenti decisivi e Gimbo anche stavolta l'ha fatto andandosi a prendere una vittoria che entra di diritto nei libri di storia. E lo consacra definitivamente tra gli atleti più vincenti nella storia dello sport italiano. L'altista marchigiano, infatti, è l’undicesimo azzurro che è riuscito a conquistare un titolo mondiale nell’atletica leggera. Inoltre è diventato il secondo sportivo a vincere almeno una volta in carriera l’oro agli Europei, ai Mondiali e alle Olimpiadi: aveva conquistato il titolo olimpico nel 2021 a Tokyo, mentre lo scorso anno a Monaco di Baviera si era laureato campione d’Europa.

Prima ci era riuscito solo Alberto Cova nei 10mila metri. Inoltre, sempre grazie all’oro vinto a Budapest, Tamberi è salito anche in seconda posizione nella classifica degli atleti italiani con più medaglie agli Europei, Mondiali e Olimpiadi. Al momento è a quota otto. Pietro Mennea, l’azzurro più medagliato nella storia dell’atletica italiana, comanda la classifica a quota 11. A Tamberi, dunque, mancano soltanto tre medaglie per raggiungerlo. E, visti i suoi 31 anni le occasioni per farlo ci saranno eccome, a partire dalle prossime Olimpiadi di Parigi 2024.

Marcell Jacobs

I veri campioni rispondono sul campo, nel caso di Marcell Jacobs in pista. Ma riavvolgiamo il nastro. In questo 2023 la sconfitta con Ceccarelli agli Europei indoor, altri problemi quando già aveva annunciato la partecipazione al meeting di Rabat e al Golden Gala, poi la sconfitta in semifinale ai Mondiali di Budapest: tutto ciò aveva sollevato i soliti pensieri, i soliti dubbi su Marcell. L’occasione di riscatto è arrivata con la staffetta 4x100. Perché nella semifinale prima e poi in finale, Jacobs è tornato a correre sui livelli di Tokyo. Purtroppo un guasto dei computer ha finora reso ignoti i tempi delle singole frazioni della finale.

Ma di sicuro siamo davanti ad un tempo mostruoso. Una prestazione all’altezza dell’oro olimpico che si è messo al collo contro tutti i pronostici nel 2021. Anzi, persino migliore. La staffetta mondiale ha corso nuovamente su ritmi da medaglia olimpica, e non sarebbe stato possibile senza il motore di Marcell nella seconda frazione. Soprattutto, sappiamo che il giorno prima, venerdì, Jacobs aveva fatto registrare sul lanciato il tempo scioccante di 8"81: persino meglio del suo tempo alle Olimpiadi, quando nella seconda frazione – la sua, come sempre – aveva corso a 8"98.

Insomma, se non è stato il miglior Jacobs di sempre sui 100 metri, ci siamo quasi. La sfida più grande è quella di arrivare all'appuntamento di Parigi senza problemi fisici, poi come sempre Marcell risponderà in pista.

Ma da Budapest si può ritornare con una convinzione, il campione che stupì il mondo a Tokyo è tornato.

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