Campo rom a Opera: fischi dei cittadini in consiglio comunale

Proteste contro esponenti della maggioranza. An e Lega chiedono la dimissioni della giunta


Il sindaco lo aveva sottolineato all’indomani dell’episodio in cui vennero bruciate le tende al campo di via Marcora: «Occorre ripristinare al più presto il normale circuito democratico, con una nuova convocazione dell’assemblea elettiva». Sabato scorso, Alessandro Ramazzotti ha incontrato i capigruppo e concordato la data. La seduta, «assediata» dai cittadini, si è svolta ieri dalle 18.30.
«Un Consiglio - sottolinea il sindaco - che non è una risposta alla richiesta di quelle forze politiche, come la Lega e An, che hanno contribuito a impedire il regolare svolgimento di quello previsto il 21 dicembre scorso». Infatti, la seduta è stata pubblica. I capigruppo di Lega e Polo (Ettore Fusco e Vittorio Calvi) avevano contestato sia l’orario che il locale consiliare in quanto non utili alla buona riuscita dell’evento. Per quanto riguarda la sede era stata chiesta dalla minoranza la sala cinematografica al fine di accogliere maggiori cittadini interessati. Fuori dalla sala consiliare di Opera, all’esterno sotto la pioggia, c’erano circa 150 persone, che osservavano la seduta da un maxischermo. Fischi e proteste si sono levati quando hanno preso la parola alcuni esponenti della maggioranza, anche dentro il Consiglio.
«È importante organizzare al più presto - ha esordito il sindaco - un confronto con la città, durante il quale sia possibile scambiarsi opinioni, dibattere con gli operesi su come sia stata affrontata l’emergenza umanitaria del Comune di Milano. Aspetti che l’assemblea elettiva, formata da rappresentanti democraticamente eletti, deve prima affrontare al suo interno». Il primo punto all’ordine del giorno è stato presentato dal sindaco che ha provveduto a informare dello sviluppo dell’accordo istituzionale sottoscritto da Prefettura, Provincia, Comune di Milano e Comune di Opera, avente come oggetto la gestione dell’emergenza rom che si concluderà entro metà marzo, quando il campo nomadi operese, sarà definitivamente sgombrato, auspicando che ora, la cittadinanza divisa di Opera, riesca a ricucire i rapporti. Invito accolto anche da alcuni esponenti della minoranza.
I consiglieri Pozzoli (An) e Fusco (Lega), in un intervento al vetriolo, hanno «delegittimato» il sindaco invitandolo a dimettersi, a fronte delle 3mila firme raccolte.

Il capogruppo di Fi, Calvi, ha espresso parole di solidarietà nei confronti dei colleghi di minoranza strumentalizzati per la vicenda, ricordando che «i cittadini operesi, hanno agito nella forma del presidio, non perché siano razzisti ma perché hanno visto venir meno la loro tranquillità».

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