Il capo della ’ndrangheta? Il fruttivendolo

Dietro l’attività di fruttivendolo nascondeva un’altra realtà. Domenico «Mimmo» Gangemi, 64 anni, originario di Reggio Calabria, professione «fruttivendolo» e titolare della bottega «Da Mimmo» di piazza Giusti a Genova e Domenico «Mimmo» Belcastro, 48 anni, pure lui originario di Reggio Calabria, titolare della ditta «Edilmarassi», specializzata in forniture di materiale edile. Sono loro i due uomini arrestati a Genova in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare del gip di Reggio Calabria che ha portato all’arresto su tutto il territorio nazionale di 300 persone considerati affiliati dei clan mafiosi calabresi. Mimmo Gangemi è considerato il boss della ’ndrangheta a Genova, punto di riferimento per le ’ndrine reggine; Belcastro è invece ritenuto il referente locale delle ’ndrine di Siderno. Entrambi sono detenuti nel carcere di Marassi. Gangemi risulta essere pluripregiudicato, con precedenti per droga e armi. Sarebbe stato inoltre coinvolto in un omicidio, in Calabria, negli anni Settanta. E si scatena la caccia alle streghe: ci sarebbe una foto in cui si vedono insieme il consigliere comunale del Pdl Aldo Praticò e Gangemi.

«Quelle foto sono state scattate durante la Festa dei Calabresi che ogni anno organizzo con l’associazione Mediterraneo da me presieduta»: ha detto Praticò dopo la pubblicazione sul sito dell’associazione Casa della Legalità e della Cultura delle immagini che lo vedono a colloquio con Domenico Gangemi.

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