
Emmanuel Carrère, l'autore di Limonov, ha seguito il presidente francese Emmanuel Macron al G7 in Canada, con tappa in Groenlandia. L'articolo è stato pubblicato in Italia dalla Lettura del Corriere della sera. Carrère si è trovato nella difficile posizione di giornalista "embedded" ovvero al seguito della delegazione. Si corre il rischio di vedere solo ciò che ti lasciano vedere e di essere involontariamente una voce di parte. Si capisce subito che non c'è alcun rischio. Il primo impatto con Macron è questo: "Mi ha lanciato uno di quegli occhiolini complici che rivolge abitualmente, e in modo così sorprendente, alle persone che entrano nel suo campo visivo". Abitualmente, e in modo così sorprendente. Straordinario Macron: riesce a conciliare gli opposti. Ma è solo l'inizio delle incredibili imprese del presidente francese, per gli amici, cioè per Carrère, "PR". Macron è capace di un "gesto forte" ovvero farsi un giretto sui ghiacci di Nuuk per far capire che, no, la Groenlandia non sarà mai una colonia americana come pretende Donald Trump. Non ci avrà dormito la notte, il presidente degli Usa, uno che ha liquidato Macron come un bravo ragazzo, poco sveglio e sempre in cerca di pubblicità. "PR", cioè Macron, ha arringato duecento groenlandesi con "voce via via vibrante e seducente", lasciando dietro di sé un focolaio di "ferventi macronisti". Siamo neanche a metà del primo paragrafo, e il lettore si chiede se il reportage sia una geniale presa per i fondelli del pretenzioso "PR". Invece, no. Carrère si è infatuato, come dimostra il seguito. Carrère ammette che, in patria, "PR" è alla frutta. Tuttavia, "bruciato sul piano nazionale, Macron si realizza sulla scena internazionale. Anzi, il disordine del mondo si rivela per Macron un eccezionale acceleratore di carriera". Meglio di Napoleone. Carrère rievoca il primo incontro con "PR". Non è cambiato "a parte il fatto che di tutta evidenza si è messo a fare pesi e che, stretto in una T-Shirt nera era vestito così in aereo mostra bicipiti piuttosto impressionanti, e non si accontenta di esibirli: li palpa, con visibile soddisfazione". Per il resto, Macron è sempre "cool, rapido, disponibile". In Canada, il povero Carrère si sveglia alle quattro del mattino "distrutto dal fuso orario". L'infaticabile Macron "stava invece già facendo jogging ai piedi delle montagne". Più tardi, all'inizio del G7, ecco spuntare anche Giorgia Meloni: "So che è considerata di estrema destra e che non bisogna parlarne bene, diciamo solo che questa piccola donna bionda si distingueva al G7 per una sorta di franchezza spigliata". La Meloni si rivela trasparente. Non ha la poker face del politico consumato.
A Carrère viene un atroce dubbio: se lui fosse italiano, troverebbe simpatica Marine Le Pen? Fine del reportage, destinato a passare alla storia perché ridefinisce la scala della adulazione. D'ora in avanti si misurerà da "zero" a "Carrère".