Carri armati israeliani a Gaza: un’operazione «mordi e fuggi»

Sono penetrati per un paio di chilometri e tornati indietro

da Gerusalemme

Una quindicina di carri armati, mezzi blindati del corpo di fanteria Golani e alcuni bulldozer hanno fatto irruzione nel sud della Striscia di Gaza, penetrando in territorio palestinese per una profondità di circa un chilometro tra Rafah e Khan Yunis.
Un portavoce militare israeliano ha confermato l’operazione che, a quanto risulta, non è stata contrastata da gruppi armati palestinesi a causa del terreno pianeggiante e privo di ripari. Si tratta di «un’operazione di routine che ha il fine di raccogliere informazioni e sventare futuri attacchi terroristici». Fonti palestinesi hanno riferito che i bulldozer sono stati usati per lavori di spianamento del terreno. Nel pomeriggio la reazione palestinese è giunta con la caduta di sei bombe di mortaio sul valico di Erez e nell’adiacente territorio israeliano. Non ci sono state vittime e neppure danni.
Le ostilità precedono l’incontro al vertice tra il premier israeliano, Ehud Olmert, e il presidente palestinese, Abu Mazen, che a quanto risulta si terrà giovedì prossimo a Gerico, in territorio autonomo palestinese.
Fonti palestinesi hanno detto che le aspettative da questo summit sono molto basse e che le discussioni verteranno soprattutto su questioni di sicurezza e su misure volte ad alleviare le dure condizioni di vita della popolazione palestinese, come la revoca di alcuni dei numerosi posti di blocco israeliani in Cisgiordania.


A questo proposito la stampa israeliana scrive che Olmert potrebbe accogliere una richiesta di Abu Mazen di sbloccare almeno una parte dei circa 700 milioni di dollari che Israele ha finora raccolto per il pagamento di tasse per conto dell’Autorità palestinese e che ha congelato dopo la costituzione del primo governo formato da Hamas, nel marzo del 2006.

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