P rende il via oggi la decima edizione del Capodanno celtico, una tre giorni che si prolungherà fino a domenica fra musica e rievocazioni storiche per scoprire qualcosa in più sulle origini della nostra città. Sono stati più di 100.000, lo scorso anno, i partecipanti alla manifestazione, realizzata dall'associazione culturale Capodanno celtico onlus, col patrocinio dell'assessorato comunale al Turismo, Marketing Territoriale, Identità, dell'assessorato provinciale alla Cultura e dell'assessorato regionale alle Culture Identità e Autonomie della Lombardia. Cornice d'eccezione sarà la piazza del Cannone del Castello Sforzesco, con un programma che prevede fra l'altro, alle 21 di ogni sera, i concerti di importanti gruppi folk internazionali come gli scozzesi Tannahill Weavers (questa sera) i Filska e i Shooglenifty (domani), la Finlay MacDonald Band e la Neilston District Pipe Band (domenica).
Anche l'Italia, come gran parte dell'Europa continentale, ha un passato celtico: la storia inquadra queste popolazioni, all'inizio del IV secolo prima di Cristo, mentre si spostano verso i mari caldi e le pianure del sud, fertili e biondeggianti di grano. Livio racconta di come arrivarono fino a Roma, umiliando i futuri dominatori delle genti. È il leggendario episodio di Brenno e delle oche del Campidoglio. Ma è nelle regioni a nord dell'Eridano (il Po), ci avvisano Polibio e Strabone, che i Celti stabilirono le loro sedi privilegiate, fra cui la futura Mediolanum. Ciò di cui gli autori classici non fanno menzione è della suddivisione del tempo presso quelle popolazioni, di quel loro calendario magico-astrologico che sembrerebbe darci ragione quando, ogni fine di ottobre, festeggiamo la ricorrenza dello Samhain, per gli anglosassoni Halloween, la notte in cui la stagione calda lascia il posto al dominio delle brume e il mondo dei vivi dialoga con in regno dei morti. Fra le prove a nostra disposizione, una soltanto è sufficientemente completa da permetterci di formulare ipotesi su come i Celti registravano il trascorrere del tempo e il ritmo delle stagioni: si tratta di un gruppo di frammenti bronzei incisi, risalenti al I secolo d.C., rinvenuto nel 1897 a Coligny, in Francia, nella regione del Rodano a ridosso dell'arco alpino. Lo studioso Joseph Monard li ha pazientemente ricollocati e studiati, nemmeno molti anni fa (siamo nel 1996, praticamente un secolo dopo il rinvenimento). Ne emerge il profilo di un calendario lunisolare, con mesi di 29 o 30 giorni divisi in una parte luminosa e una oscura. Il giorno veniva fatto cominciare dal tramonto, ragione per la quale si ipotizza che ogni festa iniziasse con il morire della vigilia. Ma c'è di più: l'unica festa attestata con certezza è proprio quella del «trinox samoni», «le tre notti di samonios», che segnavano l'inizio del primo mese dell'anno e insieme la fine e l'inizio dell'anno celtico. Una magia che sarà possibile rivivere da oggi, perché tra le novità di questa edizione di Capodanno Celtico vi sarà una insolita macchina del tempo che consentirà a tutti i milanesi di tornare, accompagnati dal suono della musica dei «Celti di oggi», nei villaggi dove si svolgeva la vita dei «Celti di ieri», grazie ai tanti gruppi di rievocazione storica che, provenienti da tutta Europa, allestiranno, nella zona compresa tra il Castello Sforzesco e il parco Sempione, straordinari accampamenti celtici, laboratori di artigianato e stage dove la storia e le origini di Milano torneranno protagoniste del presente.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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