Case popolari, vandali e razzie Verga: «Mai più zone franche»

«Hanno manomesso gli impianti elettrici e meccanici. Hanno rubato tutte le centraline. E hanno persino gettato una porta dentro la tromba di un ascensore. Capito? Una porta di legno nella tromba di un ascensore, chissà come hanno fatto?». Gianni Verga più che stupito è imbufalito. Rileggere quell’elenchino dei vandalismi in via Beniamino della Torre, «edifici di nuova costruzione», non fa certo bene. Sono danni che il Comune di Milano non ha ancora quantificato, avverte l’assessore alla Casa che ha però già sporto denuncia contro ignoti.
Episodi che stupiscono e che, purtroppo, non sono isolati. Ma quanto costano a Palazzo Marino cioè ai milanesi?
«Diciamo milioni di euro ogni anno. Stima difficile da quantificare poiché spesso le riparazioni entrano nel capitolo degli interventi di manutenzione ordinaria. Ma lo ripeto è gravissimo che si verifichino atti di vandalismo così diffusi ai quali i primi a essere gravemente danneggiati sono gli utenti».
Tradotto significa che l’amministrazione comunale non lascerà impuniti gli autori?
«Chiaro a tutti la natura dolosa di questi atti. Così come vogliamo essere rigorosi con i responsabili della manutenzione, così dobbiamo esserlo anche nei confronti dei vandali che perseguiremo».
Scusi, assessore, nel concreto chiamate a raccolta le persone perbene che abitano in quei palazzi?
«Non chiediamo agli inquilini di travestirsi da carabinieri. Chiediamo però a chi vive in quelle case di avere rispetto. Come non si spaccano le proprie cose, quelle cioè di proprietà personale, così non si distruggono le cose pubbliche. Concetto elementare. Ma che, ad esempio, in via Della Torre è stato violato. Come fu violato anche in via Graziano Imperatore dove si diede fuoco alle cantine. E, ancora, in altri stabili di Quarto Oggiaro dove sempre nelle cantine fu ritrovato un deposito di mercanzia rubata, con tanto di rivendita di pezzi di ricambio dei motorini».
Sfogliando la cronaca di episodi dolosi se ne ritrovano a centinaia, con un incremento nel periodo invernale ed estivo. Ma come si può spezzare questa catena?
«Ci sono i custodi sociali che negli stabili sono un primo elemento di controllo. Ma quel che serve è la civiltà tra inquilini, il rispetto della cosa pubblica. Spaccare un citofono o usare gli ascensori per trasportare un motorino è da incivili».
Be’, incivili è un eufemismo: in via Verbene l’ascensore è stato messo fuori uso ben nove volte in due mesi...
«Preferirei non commentare. Sa, non sono abituato a esprimermi con altre parole».
Comprensibile, assessore, ma c’è l’idea che nelle case popolari - sia dell’Aler sia del Comune - non c’è legge...
«Sbagliato. Lì, come su tutto il territorio di Milano, non ci sono zone franche. Il Comune perseguita chi compie episodi di vandalismo. E, garantisco, non si fanno sconti».


Insomma, bisogna sperare nell’attaccamento degli inquilini ai beni del Comune?
«Direi di sì. Anche perché questo stillicidio di vandalismi colpisce spesso i più deboli. E su questo tema nei prossimi mesi il Comune si impegnerà, come stanno facendo pure i sindacati degli inquilini».

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