Cronaca locale

Caso Mediaset, i giudici sventano il blitz del pm Legittimo impedimento: processo slitta a marzo

De Pasquale chiede alla Corte di acquisire due vecchi verbali (uno del '94, l'altro del '99) di Berlusconi nel processo in corso a Milano sull'acquisto dei diritti tv: richiesta respinta. Accolto il legittimo impedimento per l'udienza dell'1 febbraio. Forse verso uno stralcio per il Cavaliere

Caso Mediaset, i giudici sventano il blitz del pm 
Legittimo impedimento: processo slitta a marzo

Milano - "No" all’acquisizione di due vecchi verbali di Berlusconi nel processo milanese su presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi e cinemtografici da parte di Mediaset. I giudici della prima sezione penale hanno respinto la richiesta del pm, Fabio De Pasquale, di far entrare nel fascicolo processuale i due verbali del 13 dicembre 1994 (Berlusconi interrogato nell’inchiesta su presunte tangenti alla Guardia di finanza) e del 27 giugno 1999 (indagine sul bilancio consolidato Fininvest). "Queste dichiarazioni sono state rese da Berlusconi in altri procedimenti" è stata la motivazione del collegio che ha dato invece parere positivo all’acquisizione di una memoria dello stesso premier, sempre del 27 giugno 1999.

Il processo slitta a marzo Nel processo in corso sulla compravendita dei diritti tv i giudici hanno accolto la richiesta dei legali del premier di legittimo impedimento per la prossima udienza del primo febbraio, a causa di un viaggio che Berlusconi farà in Israele. Una nuova udienza è stata fissata per il prossimo primo marzo, ma il presidente del collegio, Edoardo D’Avossa, ha detto che se dovessero persistere i legittimi impedimenti, saranno "costretti a separare i procedimenti e a stralciare la posizione di Berlusconi". Prima della decisione della corte, il pm Fabio De Pasquale aveva chiesto di verificare se il viaggio fosse stato fissato prima o dopo la stesura del calendario delle udienze.

Possibile stralcio Potrebbe provocare "problemi enormi" un eventuale stralcio della posizione del presidente del Consiglio da quella degli altri imputati nel processo sulle presunte irregolarità nella compravendita di diritti Mediaset. A sostenerlo è uno dei legali del premier, Piero Longo, dopo la possibilità ventilata dai giudici della prima sezione del tribunale di Milano di operare uno stralcio qualora la condizione di legittimo impedimento dovesse presentarsi anche in altre udienze del processo. "L’attività compiuta in uno dei processi non sarebbe valida per l’altro - ha spiegato Longo - con conseguente aggravio dela lavoro per la cancelleria. Per esempio - ha sottolineato -, i testimoni sentiti nel processo stralcio dovranno essere risentiti in quello principale, dal momento che si tratta di ipotesi di reato in concorso".

Longo ha auspicato comunque "che si possa trovare un accordo".

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