Caso Prodi-Kgb petizione Ue

M ica lascia perdere Gerard Batten, europarlamentare britannico del gruppo degli euroscettici. Dopo aver lanciato accuse contro Prodi lo scorso 3 aprile, sostenendo in pratica che il Professore era in strettissimi rapporti col Kgb, torna a chiedere indagini sulla vicenda. Ricorrendo ad una raccolta di firme tra i suoi colleghi per ottenere la creazione di una apposita commissione d’inchiesta.
È degli scorsi giorni una sua lettera a tutti i colleghi eurodeputati in cui torna a far presente come un paio di ufficiali dell’ex servizio segreto sovietico, ora rifugiati in Gran Bretagna, siano disponibilissimi a testimoniare sull’ex-presidente della Ue e sui suoi rapporti con il Kgb davanti ad apposita commissione e rileva che a costoro potrebbero aggiungersi altri personaggi che negli anni passati hanno avuto a che fare coi sovietici e che ora risiedono in diversi paesi europei.
Batten, nella lettera, spiega di essersi deciso a raccogliere le firme (ne servono 183 secondo l’articolo 176 del regolamento di Strasburgo) perchè non crede sia possibile far finta di niente. Non solo in quanto esistono testimonianze contro Prodi, ma soprattutto perchè quest’ultimo - dopo la vittoria della sua coalizione in Italia - rientra a far parte del Consiglio Europeo. «Se fossero provate le sue responsabilità - tiene a chiarire - diverrebbe incompatibile con la sua presenza in quell’organismo».
Nè a suo modo di vedere si tratta semplicemente di indagare in ottica storica e su fatti lontani nel tempo. Se le accuse fatte partire contro di lui da Alexander Litvinenko (ex tenente colonnello della Fsb, successore del Kgb) e da altri fossero confermate, ci si troverebbe davanti al rischio che l’ex-presidente della commissione ed ora autorevole membro del Consiglio europeo, in grado di ottenere informazioni riservate, possa utilizzarle per scopi impropri. Secondo Batten infatti l’odierno Fsb non è molto diverso dal suo predecessore Kgb, regista di fatto del clima di corruzione creato dal crimine organizzato che domina la Russia di Putin.
E non gli sono piaciute per nulla, stando sempre a quanto scrive ai suoi colleghi europarlamentari, le risposte fin qui giunte da parte dei vertici dell’Europarlamento alle richieste di chiarimento. Facendo riferimento infatti a quanto si è replicato alle interrogazioni piovute sui tavoli di Borrell dopo il suo intervento del 3 aprile scorso, Batten rivela che la commissione si è limitata a replicare che «Prodi aveva garantito un impegno solenne di rispettare gli obblighi previsti» all’atto di assunzione dell’incarico di presidente Ue e, poi, di «non essere a conoscenza di fatti che si collegassero alle accuse» lanciategli dagli ex-agenti sovietici.
«Queste risposte - sostiene Batten - mi impongono dunque di insistere».

Chiedendo nuovamente alla Commissione di ascoltare le persone che accusano Prodi e facendo comunque sapere come intendano procedere a riguardo. E promuovendo la raccolta di firme: ne servono 183 (un quarto degli europarlamentari) per ottenere la commissione d’inchiesta. E l’euroscettico inglese spera di farcela.

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