Caso Sgarbi-Moratti Il Consiglio di Stato prende tempo sul «licenziamento»

Ancora silenzio sul «caso Sgarbi». I giudici del Consiglio di Stato, che si sarebbero dovuti pronunciare ieri, prendono tempo sul ricorso presentato dal Comune contro la sentenza con cui il Tribunale amministrativo regionale lo scorso 29 luglio ha annullato il «licenziamento» di Vittorio Sgarbi dalla qualifica di assessore comunale alla Cultura. La decisione dei giudici è comunque attesa per i prossimi giorni, quando si terrà l’udienza per il secondo ricorso presentato al tribunale amministrativo dal critico d’arte contro la nomina del nuovo assessore alla Cultura di Palazzo Marino, Massimiliano Finazzer Flory.
I giudici di primo grado, infatti, avevano dichiarato illegittimo il provvedimento con cui il sindaco Letizia Moratti aveva ritirato le deleghe a Vittorio Sgarbi l’8 maggio scorso, perché non aveva dato «alcuna comunicazione formale dell’avvio del procedimento» al Consiglio comunale, senza fornire «una sufficiente motivazione» del provvedimento. Il Tar, pur rigettando la richiesta di risarcimento per danni di immagine, infatti, aveva disposto la restituzione del mancato trattamento economico dovuto alla revoca dell’incarico.

Trattamento che, ricorda uno dei legali di Sgarbi, Giampaolo Cicconi, ancora non è stato corrisposto.
Contro la sentenza del Tar, però, il comune di Milano era ricorso in Consiglio di Stato, con un atto notificato l’8 settembre.

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