Un medico che ha voluto la morte dei pazienti pur di non rinunciare ai guadagni. È questo il profilo tracciato dalla Cassazione del chirurgo Pierpaolo Brega Massone, ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita in carcere con le accuse di omicidio, lesioni gravi e truffa. La Corte ha respinto il ricorso del medico specificando che il gip che ha firmato lordinanza di custodia «ha accertato che, sia pure sotto il profilo del dolo eventuale, la morte dei pazienti fu voluta da Brega, il quale, pur di conseguire lillecito profitto della truffa, accettò pienamente e consapevolmente il rischio dellesito infausto degli interventi chirurgici praticati, a dispetto delle severe controindicazioni e senza alcun altro scopo che non fosse quello di lucrare i compensi». Linchiesta dei pm di Milano riguarda le somme versate alla clinica, convenzionata con il servizio sanitario, dalla Asl di Milano per prestazioni sanitarie inutili e interventi chirurgici pretestuosi che, in alcuni casi, avrebbero provocato la morte dei pazienti. In sostanza, secondo laccusa i medici lavoravano per far aumentare il fatturato e non per curare i malati.
Per quanto riguarda il chirurgo finito in carcere, la Cassazione ricorda che due pazienti dellex primario sono morti proprio sul tavolo operatorio nel corso di interventi che non erano per nulla necessari e anzi controindicati per le condizioni di salute degli ammalati. E a questo proposito, conclude la Corte, il gip ha indicato i «gravi indizi di colpevolezza con particolare riguardo allaccertamento del dolo omicida».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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