Preso. Dopo 11 lunghissime ore Milano tira un sospiro di sollievo perché l'uomo che ieri mattina alle 9 aveva ferito al fianco con un coltello con lama lunga 30 centimetri Anna Laura Valsecchi, manager 43enne di Finlombarda, l'agenzia finanziaria della Regione, mentre stava andando al lavoro finalmente ieri sera intorno alle 20 è stato fermato. Sono state le segnalazioni ricevute dopo la diffusione del video dell'aggressione a portare i carabinieri della Compagnia Duomo e del Nucleo investigativo, coordinati dalla Procura, a individuare il responsabile dell'aggressione.
Alla centrale operativa dell'Arma è arrivata la segnalazione di una donna, che ha riconosciuto il fratello gemello nelle immagini dell'aggressore. Le immediate ricerche, condotte anche attraverso la tecnica del "positioning", ovvero la localizzazione del cellulare, hanno consentito di rintracciare l'uomo all'interno di un albergo in via Vitruvio, nella zona della Stazione Centrale, dove era ospite da qualche giorno, dopo essersi allontanato da una comunità di recupero del Varesotto. Lui si chiama Vincenzo Lanni, ha 59 anni ed è un malato psichiatrico che già nell'agosto 2015 aveva accoltellato due anziani nella Bergamasca, senza una ragione reale, ovvero solo per sfogare la sua frustrazione. All'epoca incensurato, la sua follia avrebbe avuto origine infatti nel 2012 dopo che ha perso il lavoro da programmatore informatico, come spiegò allora al magistrato. Una duplice aggressione che gli costò 8 anni di carcere e 3 di comunità di recupero. La struttura in provincia di Varese da cui l'uomo si è allontanato in questi giorni, quando ha raggiunto Milano dove ieri mattina ha aggredito con una coltellata che per un soffio non è costata la vita ad Anna Laura Valsecchi.
Fine di un incubo quindi. Fine di una giornata di angoscia per un agguato che ha portato in gravissime condizioni in sala operatoria a Niguarda una donna che ha avuto semplicemente la sfortuna di trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Ma la paura resta.
Resta il timore che una cosa così poteva capitare a chiunque, in una città che si guadagna anche quest'anno il triste primato della città con più delitti per numero di abitanti. Che stride con l'immagine della Milano avveniristica e un po' vanesia che si specchia nelle vetrate dei grattacieli dei nuovi quartieri, di City Life, di piazza Gae Aulenti, del centro città a due passi dalla stazione Garibaldi, costruita sui cumuli di terra di Porta Nuova trasformati una sorta di montagna incantata con abitazioni, uffici e negozi di gran lusso. Ultimamente l'immagine del sogno residenziale del Bosco verticale e del Pavillon riflette anche un lato oscuro fattosi sempre più preponderante. Una città a due facce. Una città in chiaroscuro come una medaglia che riluce ma che ha anche il suo rovescio.
Ed è una faccia che fa paura, tra criminalità, tra bande, tra "maranza" e "maranzini" perlopiù immigrati di seconda generazione che hanno fatto di questi luoghi i loro posti di ritrovo e che sono responsabili della microcriminalità che domina nella zona.