Il cavallo lipizzano doc? È a Montelibretti

Prati verdi dove pascolano splendidi cavalli bianchi, dalle linee forti e aggraziate. È questo il paesaggio che si offre a chiunque abbia la fortuna di visitare l’allevamento Nucleo Statale del Cavallo Lipizzano, a Montelibretti, a circa trenta chilometri dalla capitale. Un museo vivente, prezioso vanto dell’Italia, che mantiene in vita i più nobili Lipizzani del mondo: rispetto agli altri allevamenti europei, i nostri cavalli discendono direttamente dai sei stalloni selezionati dagli Asburgo. Fu il marito di Maria Teresa d’Austria, il principe Francesco di Lorena, (1708-1765), colui che definì le caratteristiche della razza impiegata nella celebre «Alta Scuola spagnola» di Vienna. Conversano, Napolitano, Pluto, Favory, Maestoso, Siglavy questi erano i nomi dei capostipiti, scelti tra le razze Napoletano, Kladruber e Arabo. Da oltre 250 anni, i discendenti di questi stalloni e di 15 giumente (anch’esse selezionate dal Lorena) si imparentano tra di loro, tanto che il nome dei nuovi nati è tradizionalmente preceduto da quello del loro antico progenitore. Uno studio complicato ha permesso fin dall’inizio di far accoppiare solo i cavalli col minore tasso di consanguineità.
Oggi questa scelta viene elaborata al computer, secondo una pratica inaugurata per la prima volta nell’allevamento di Montelibretti. Velocità, frugalità, mansuetudine, sono le qualità dei Lipizzani, affinate in secoli di selezione; la tipica andatura baldanzosa dipende dall’abbondante muscolatura su ossa relativamente corte, che fa muovere i loro arti quasi più in elevazione che in avanzamento.
Durante la guerra i tedeschi trasferirono i cavalli vicino Praga e con la capitolazione della Germania, i Lipizzani si trovarono in un territorio occupato dall’Armata Rossa. La fame della popolazione civile e delle truppe sovietiche faceva temere la macellazione dei riproduttori, così il generale americano George Patton, grazie a un’audace incursione, si impadronì dei cavalli salvando la razza dall’estinzione. L’operazione fu descritta nel poetico film prodotto dalla Walt Disney nel 1963 «The miracle of White stallions», con Robert Taylor.
Finalmente, nel 1947 vennero riconsegnati all’Italia ottanta Lipizzani con gli antichi libri genealogici, rilegati in brossura con lo stemma di Casa Savoia.

Da quindici anni l’allevamento, diretto dall’agronomo Alfonso Carretta, mantiene i cavalli migliori come riproduttori, in modo da ottimizzare la produzione; gli altri si vendono all’asta. Gli allevatori stranieri rimangono ogni volta ammirati dai Lipizzani di Montelibretti, per la lor bellezza, e per l’andatura più elastica di tutti gli altri. Classe italiana e lignaggio asburgico.

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