Cda della Scala, Penati non può avere la poltrona

Per entrare alla Scala, la Provincia di Milano, si è impegnata a versare 7,9 milioni di euro. E, quindi, nell’era post Albertini gli spetta una poltrona nel cda della Fondazione a fianco del sindaco Letizia Moratti. Posto cui aspirava l’inquilino di via Vivaio. Ma, sorpresa, non potrà fare parte del cda. A denunciarlo è il capogruppo provinciale di Forza Italia, Bruno Dapei. Due sono i motivi. Il primo è che il testo della Finanziaria approvato alla Camera impedisce ai presidenti delle Province di avere incarichi in «enti ed istituzioni sottoposti al controllo e alla vigilanza della stessa Provincia» non solo mentre sono in carica, ma anche per i due anni successivi. Il secondo è che serve un bando pubblico «preventivamente obbligatorio per nomine in Aziende, Enti ed Istituzioni». Per questo, Forza Italia chiede di «non indugiare» nell’emanare il bando perché «si possa al più presto individuare una personalità con le carte in regola per poter degnamente rappresentare la Provincia nella più prestigiosa Istituzione milanese. Come consiglieri di opposizione - conclude Dapei - non abbiamo l'ultima parola sulla scelta, ma almeno il diritto di avanzare candidature. Così come Associazioni e Cittadini. Penati sembra essersene dimenticato. Noi, no».

La risposta di Penati è una telefonata a Dapei, dove non solo l’accusa di essere stato «intempestivo» poiché, sostiene il Presidente, «avrei sottoposto la questione ai capigruppo di Palazzo Isimbardi», ma pure rivela che sulla questione «è in attesa di un parere pro-veritate».

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