Ciò che non è avvenuto prima delle elezioni potrebbe avvenire dopo. Alla Spezia, infatti, potrebbe nascere una santa alleanza contro il nuovo sindaco che vedrebbe riuniti tutti e tre i candidati sconfitti, ciascuno di diverso orientamento e tutti di diversa misura. Il motivo? Quel «pasticcio» elettorale che riguarda lo scrutinio delle schede e che sembra contagiare, come un virus, La Spezia e Genova. Ieri sera e fino a tarda notte si sono riuniti gli Stati generali della Cdl spezzina: tutti gli eletti si sono ritrovati per stabilire subito un programma politico. «Poi vedremo se passare alle vie legali», dice qualcuno a mezza voce, rendendo però ben chiaro lo stato danimo di tutti. Sì, perché in ballo cè quella manciata di voti che ha strappato a Gianluigi Burrafato (passato con un 39,3 per cento) il possibile ballottaggio con Massimo Federici, aggiudicatosi le comunali per un risicato, ma determinante 50,99 per cento.
Sono stati sufficienti 490 voti al nuovo sindaco per passare diretto al primo turno. Una manciata di voti appena, sul totale di 50.142 voti che sono stati registrati in queste amministrative. Una manciata di voti sufficienti a far brindare il nuovo primo cittadino e a far buttare giù fiele ai suoi competitori, che sospettano - anche se non vogliono dirlo apertamente - qualche anomalia. Più disattenzione e poca confidenza con la matematica da scuole elementari che altro, sia chiaro, ma unincapacità a fare i conti non meno deleteria di un broglio vero e proprio. E così, ieri sera, in piena riunione della Casa delle Libertà si parlava apertamente di «centinaia di situazioni anomale» che riguardavano non soltanto i voti di Gianluigi Burrafato, ma anche quelli degli altri due candidati, risultati poi molto staccati dai primi due: Enrico Schiffini, dell'omonima lista, che ha ottenuto il 7,69% dei suffragi, e Arturo Fortunati, esponente dell'albero dei diritti, che si è fermato al 2,3%.
I più incaponiti a voler vederci chiaro sono, naturalmente, i supporter di Burrafato, che si è visto portare via il ballottaggio per un soffio. Gli esponenti della Cdl stanno raccogliendo le testimonianze che arrivano dai seggi e dal controllo dei verbali per valutare poi se ricorrere o meno allautorità giudiziaria. «Sappiamo - dicono convinti - di candidati che si sono votati e poi non hanno trovato alcuna preferenza».
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