Ha gridato «al lupo», quando il lupo non cera. Ha raccontato di essere stata aggredita da un uomo più grande di lei. Ha detto che nessuno, tra i tanti che passavano quella mattina in stazione Centrale, lha aiutata. E ha ringraziato un anziano. Lunico, a suo dire, ad essere intervenuto in sua difesa. Tutto falso. Così, alla fine, davanti al pm Marco Ghezzi, la ragazzina di 14 anni ha detto la verità. «Mi sono inventata tutto».
Mercoledì mattina, nel mezzanino della metropolitana, ha incrociato un ragazzo. Che si è voltato e le ha detto «bellissima». Tutto qua. È bastato. Lei, adolescente timida, si è spaventata. Una volta a scuola è scoppiata a piangere. Alle amiche ha raccontato una storia diversa, forse per giustificare le lacrime. «Hanno tentato di violentarmi». Senza sapere che quelle parole avrebbero messo in moto la Procura e i carabinieri.
Meglio così, anche se falso. «Piuttosto - ha detto Ghezzi - che una mancata denuncia per un caso vero, e il silenzio».
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