Il centro storico pronto a fare le valigie per Porta Nuova

Centotrenta appartamenti venduti su centoquaranta finora messi sul mercato, per un valore di 180 milioni di euro. Sono i numeri dell’oggi Porta Nuova, il nuovo quartiere milanese che viene su al ritmo di un piano ogni quindici giorni. La gran parte dei futuri inquilini, spiegano i vertici di Hines durante un pranzo di lavoro con la stampa, arriva dal centro storico, lascia i palazzi della tradizione ambrosiana per le torri e soprattutto per il Bosco verticale, la creatura di Stefano Boeri. Il 75 per cento di coloro che hanno comprato un appartamento nel Bosco di Porta Nuova proviene da uno dei quartieri che Manfredi Catella, amministratore delegato di Hines Italia, definisce da 20121, il codice di avviamento postale del very centre di Milano.
«Il primo test sul Bosco verticale è andato bene e nei primi sei mesi del 2011 abbiamo collocato come nell’intero 2010» spiega Catella. Aggiunge: «È un dato da prendere con le pinze, in controtendenza rispetto all’andamento del mercato immobiliare». I prezzi non sono alla portata di tutte le tasche, ma adeguati a un confronto con il centro storico: «Vendiamo tra i sette e i diecimila euro al metro quadrato, con punte di quindicimila nei piani alti del grattacielo Solaria. Gli appartamenti più alti, però, non li abbiamo ancora messi in vendita».
Catella parla anche del Pgt, il Piano generale del territorio ancora in attesa di definizione: «Il Pgt richiede tempi rapidi e regole chiare. L’incertezza genera disagio». Interviene sui cantieri aperti nell’area, che causano disagi. Oltre a Porta Nuova, sono in corso i lavori per la metropolitani e continuano i tanto contestati lavori di Piazza XXV Aprile: «Le lamentele sono giuste. C’è una concentrazione di problemi, che però arrivano dai lavori della M5 e soprattutto dal cantiere di XXV Aprile. Noi abbiamo raggiunto una sintonia con i cittadini, diciamo che siamo un cantiere educato».
Catella fa il punto anche sui lavoro del Parco, i 100mila metri quadrati di area verde tanto attesi dalla città. «Ci piacerebbe che diventasse una specie di Bryant Park milanese, dove si organizzano eventi culturali di livello» dice. A Manhattan il Bryant è molto amato e frequentato, la sfida è tutt’altro che semplice, nonostante l’investimento cospicuo di 14 milioni di euro. «Pensiamo che i primi diecimila metri quadrati di parco saranno pronti prima delle fine del 2012. C’è già il progetto di Petra Blaisse, con lo schema botanico. Ma sono scelte del Comune». Da Palazzo Marino ricordano la delibera approvata dalla giunta Moratti che affida l’intera pratica a Hines. La delibera non ha ancora fatto in tempo ad arrivare in consiglio ma è più che probabile che la giunta Pisapia mantenga questa direzione di marcia.
Nel progetto per il Bryant Park ambrosiano è stato coinvolto lo scultore Alberto Garutti, artista di fama internazionale che ha realizzato anche la via luminosa di Malpensa. Catella anticipa qualcosa del progetto, che sarà una trasposizione avveniistica dell’acustica medievale della Loggia dei Mercanti.

Tra gli archi della Piazza, la voce passa in modo tale che i mercanti potevano comunicare tra loro senza spostarsi: «Nel parcheggio sarà realizzato un arco acustico con canne d’organo: il suono della città che entra...».

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