Che orrore la moda di affittare le mamme

Ha le lacrime agli occhi e la ringrazia senza ipocrisie. Da mamma a mamma. Da una parte l’attrice australiana premio Oscar Nicole Kidman, dall’altra la donna senza volto né nome che ha portato in grembo per nove mesi la sua bambina, Faith Margaret, nata il 28 dicembre scorso in un ospedale di Nashville in Tennessee. Dopo mesi di silenzio, la star spende parole di grande riconoscenza per la madre surrogata, una brutta parola per definire la portatrice gestazionale della sua bambina. In un’intervista al Canale 9 della Tv australiana la 43enne star, spesso ritratta come fredda e scostante, ha voluto spiegare la sua esperienza: «Io e mio marito volevamo disperatamente un altro figlio, ma non potevo restare incinta ed è arrivata questa opportunità», ha spiegato. L’attrice ha descritto l’esperienza di assistere alla nascita come «profondamente emotiva». Dice la Kidman commossa: «Ho provato amore per la madre surrogata, una donna meravigliosa, che ha fatto questo per noi. Le sono molto grata».
Ma la Kidman è solo l’ultima star che si aggiunge alla lista di chi ha deciso di approfittare di un utero in affitto per vivere le gioie della maternità. C’è stata Sarah Jessica Parker, la Carrie di «Sex and the city», che ha fatto la stessa scelta, Elton John e compagno. E accanto alle star ci sono volti sconosciuti che imboccano lo stesso percorso. Eunice Martins, una donna di 59 anni, per esempio, ha prestato il suo utero alla figlia Talita Andrade, di 32 anni sposata con un italiano, a cui era stato asportato l'utero. Il procedimento di «bariga de aluguel» (utero in affitto) è infatti legale in Brasile però solo quando c'è un vincolo affettivo fra la richiedente e la gestante, e se il tutto non presuppone un pagamento.
Ma non il business non manca. I siti su Internet che offrono programmi completi proliferano e ad approfittarne sono anche gli italiani visto che questa procedura procreativa è vietata nel nostro Paese. Secondo le stime, ogni anno circa 150 coppie migrano all’estero: Svizzera, Spagna, Grecia, oppure India o gli Usa, il paese più caro di tutti. Si parla di centomila dollari per l’intero pacchetto –bimbo, dalla gestazione al passaporto del nascituro. Altrove i prezzi sono calmierati. A Creta, per la madre in affitto, si spendono 9 mila euro (la cifra è fissata per legge), 2-3 mila euro per le spese mediche, a cui bisogna aggiungere il costo degli avvocati e quello del lungo soggiorno nel paese. Nell'Est europeo o in Ucraina il costo oscilla dai 40 ai 45 mila euro.

Ma i rischi, più che sanitari, sono burocratici: in assenza di leggi che tutelino i genitori «genetici» è possibile succeda di tutto, anche restare impigliati in un giro di ricatti, con avvocati ed agenzie che rilanciano continuamente la richiesta di soldi. É molto rischioso infatti, andare in paesi dove non esiste una legge ad hoc. Dopo la nascita del bambino, che risulta figlio della surrogata, è necessario effettuare un'adozione. Con tutti i rischi che comporta.

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