Chi bussa a Casa Letizia? Straniero uno su 5

«Casa Letizia sarà aperta a tutti» aveva annunciato il sindaco. Taglio del nastro marzo in via Montebello al 24. Un’associazione con il suo nome per ascoltare «le esigenze e le idee che nascono nella città». Ma dal 10 maggio è pure uno sportello per aiutare chi ha un problema a risolverlo. E dopo due settimane, visto l’afflusso e l tipo di richieste, «Casa Letizia» ha preso contatto con quaranta associazioni straniere che operano in città per reclutare subito quindici mediatori che possano capire a aiutare meglio gli extracomunitari che bussano alla porta. Si sono offerti come volontari egiziani, ecuadoregni, filippini, già in servizio dai giorni scorsi.
Se i contatti in via Montebello erano iniziati già prima (150 richieste sono arrivate via mail tra il 19 marzo e il 21 maggio, 65 le telefonate dal 3 al 21 maggio), gli appuntamenti già fissati e portati a termine da quando è cominciata l’attività di ascolto sono stati sessanta - 39 uomini e 21 donne, età media tra i 45 e 65 anni - e possono aiutare a farsi un’idea del tipo di esigenze. E del motivo per cui c’è stato subito bisogno di intruppare mediatori extracomunitari. Se l’80% dei colloqui è stato con italiani, uno su cinque era straniero e spesso ha avuto bisogno di un aiuto per trovare il lavoro visto che lo aveva appena perso, pur avendo il permesso di soggiorno regolare. La ricerca di un’occupazione è il primo problema, manifestato nel 29% dei casi. Segue (24%) la questione della casa, come accedere alle liste per l’alloggio popolare o far fronte allo sfratto. Il 20% delle richieste aveva a che fare con l’ambito sociale, ad esempio come avere il posto auto sotto casa per un disabile o in quali casi si ha diritto a un’assistente domiciliare. Problemi legati al mutuo nel 14$ dei casi e nel 3% si andava dalle proposte culturali alle offerte di volontariato. «Nel nostro programma c’era un percorso di integrazione per chi è in regola - sottolinea Di Capua - dunque siamo ben felici che le richieste di aiuto e anche le offerte di volontariato arrivino da tantissimi stranieri».
A Casa Letizia bussano per chiedere, ma anche per offrire. Progetti, eventi, idee. Tanta gente - soprattutto imprenditori - stanno offrendo un contributo. Dalla società Cisco che ha presentato uno studio sull’impatto sociale del cablaggio in città - uno su tutte, l’aumento del telelavoro e quindi del tempo libero da passare in famiglia per le mamme milanesi - al gruppo di giornalisti economici che ha offerto un sistema per aiutare artigiani, commercianti e piccole imprese ad accedere più facilmente al credito nelle banche. C’è chi ha presentato progetti di illuminazione per la città e chi per abbattere i consumi di energia in casa.

«Non intendiamo realizzarli direttamente - precisa Di Capua -, il nostro compito e fare da volano mediatico e mettere in contatto chi propone e chi può realizzare in concreto il progetto». Dal 23 giugno, in programma una serie di quattro incontri sulle donne e Milano. Dirige i lavori il sindaco.

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