Una nuova multa incombe sulle strade della città. I ciclisti, da oggi, dovranno indossare il giubbino rifrangente sulle strade extraurbane e nelle gallerie. Scattano infatti oggi due nuove norme previste dalla riforma del Codice della strada varate a fine luglio.
La prima riguarda i caschi comunemente detti "a scodella" o "a padella", che ormai andranno definitivamente in pensione. Sin dal 2001 ne è stata vietava la vendita, ma l’uso era ancora consentito sui "cinquantini". Ora dopo nove anni questa tipologia di caschi sarà completamente bandita, perché quel casco è considerato non sicuro. Chi verrà pizzicato alla guida di un ciclomotore o motociclo con in testa il casco fuori norma rischia di vedersi sottoporre a fermo amministrativo del mezzo per 90 giorni e una sanzione di 74 euro.
Ma sempre oggi scatta l’obbligo per coloro che si muovono in bicicletta, di indossare il giubbotto o le bretelle retro riflettenti ad alta visibilità quando circolano fuori dai centri abitati in ore serali e notturne o in galleria, in modo da essere ben visibili agli altri utenti della strada. La multa è di 23 euro.
E il comando della Polizia municipale, interpellata, fa sapere che da oggi, senza particolare tolleranza o transizione, "scatteranno controlli e sanzioni", per garantire sicurezza sulle strade. Controlli e sanzioni, va ribadito, valgono sulle strade extraurbane e nelle gallerie. Non esiste un obbligo, dunque, nelle normali vie cittadine. A meno che non si attraversi una galleria, un sottopasso, un tunnel. In quel caso anche a Milano città si potrà essere multati. E considerato il numero di gallerie, sottopassi e tunnel esistenti, i casi potrebbero non essere così limitati a ipotesi di scuola. Basti pensare alle gallerie esistenti nella zona della stazione Centrale.
Sono molte le novità introdotte dal nuovo Codice della strada, e già in vigore dalla scorsa estate. Le più importanti hanno riguardato il giro di vite per chi guida in stato di ebbrezza, con multe più pesanti e l’introduzione della "tolleranza zero" per i neopatentati e i conducenti professionali.
I test antidroga sono diventati più severi, così come sono state previste norme più stringenti per chi produce, commercializza e soprattutto trucca le minicar.
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