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Al cinema il razzista è sempre del Nord

La notizia: il sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo, segretario della Liga veneta, non concede il permesso di girare nella sua città il film Cose dell’altro mondo, regia di Francesco Patierno (madre trevigiana, padre napoletano), cast con Diego Abantuono, Valerio Mastandrea e Valentina Lodovini. Trama della pellicola: un imprenditore della zona sfotte gli extracomunitari dagli schermi di una emittente locale di sua proprietà. Poi una misteriosa tromba d’aria fa sparire tutti gli immigrati da Treviso e dintorni. E sono guai. L’economia di colpo si ferma perché gli stranieri sono indispensabili. I pomodori marciscono nei campi, le catene di montaggio si arrestano. Secondo Patierno, è una semplice favola, una commedia non ideologica, «che vuole sfatare molti luoghi comuni», come ha detto ieri al Corriere della Sera. Dopo sopralluoghi e lunghe ricerche sul campo il regista ha scoperto, parlando con i cittadini, che Treviso non è «razzista e inospitale».
Il sindaco afferma che il niet non dipende da considerazioni politiche. Il numero troppo elevato di comparse e delle scene da girare nel centro storico, avrebbero causato troppa confusione: «Non posso dire no a un film ma non posso neanche mettere a disposizione vigili e dipendenti comunali per bloccare le strade per le loro riprese. E poi volevano addirittura portare un toro in piazza dei Signori... mi è sembrato davvero troppo». Il regista invece adombra motivazioni politiche e annuncia lo spostamento del set a Bassano del Grappa. In città si discute di Cose dell’altro mondo da qualche tempo. C’è chi fa notare che in questo modo si butta al vento, o meglio si cede ai vicini di Bassano, l’indotto del film. E c’è chi è infuriato per altri motivi. A esempio, in settembre, Thomas Panto, figlio dell’imprenditore e politico Giorgio morto nel 2006, minacciò querela poiché il gretto protagonista della pellicola, a suo giudizio, poteva essere scambiato per suo padre.
Nel frattempo, nei cinema va forte Benvenuti al sud, garbata e divertente commedia di Luca Miniero con Claudio Bisio. Record d’incassi e sequel già annunciato, questa volta ambientato al nord. La trama. Un cumenda brianzolo, che considera già Bologna in meridione, viene trasferito nel Cilento. Arriva in Campania col giubbotto antiproiettile, ma i suoi pregiudizi nordisti saranno spazzati via dalla gente e dai luoghi. Una favola, anche in questo caso, visto che la cronaca racconta una storia diversa.
Resta da notare una cosa.

Il razzista, nelle commedie e nelle favole cinematografiche, ultimamente vien da settentrione, brianza o marca trevigiana che sia. Eppure le statistiche parlano chiaro e indicano proprio in Treviso un modello di integrazione. Bisogna tenerne conto, se si vogliono davvero combattere gli stereotipi.

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