Assegno unico, a marzo le rivalutazioni. Ecco tutte le cifre

Con i versamenti di marzo verranno indicizzati gli importi dell’assegno unico, ai quali si aggiungono anche i conguagli. Non tutti riceveranno importi più alti, qualcuno potrebbe dovere restituire del denaro

Assegno unico, a marzo le rivalutazioni. Ecco tutte le cifre

I percettori dell’assegno unico riceveranno a marzo il contributo adeguato all’inflazione (arretrati inclusi) e alle regole introdotte dalla legge di Bilancio 2023.

Il conguaglio, calcolato dall’Inps, prevede anche che, chi in passato ha percepito somme indebite debba restituirle, vedendosi decurtato il contributo fino al saldo del debito.

Sempre in ambito di conguaglio, vanno presi in considerazione gli adeguamenti imposti dalla legge di Bilancio e quelli inflazionistici, versati a partire da febbraio. In entrambi i casi l’Inps verserà con l’assegno di marzo quanto non ha versato a gennaio.

La rivalutazione dell’assegno unico

Il tasso di rivalutazione è dell’8,1% questo significa che, 100 euro di contributo, diventeranno 108,10 euro. La medesima percentuale è adeguata all’Isee quindi, per esempio, per ottenere il massimo del contributo previsto l’Isee passa da 15.000 euro a 16.125 euro (l’8,1% in più).

La rivalutazione dell’assegno unico riguarda anche il maggior contributo per i nuclei con almeno quattro figli che passa da 100 a 150 euro.

A marzo verranno adeguati anche gli importi dell’assegno unico destinati ai percettori del Reddito di cittadinanza.

I conguagli per le famiglie monogenitoriali

Le famiglie monogenitoriali potrebbero dovere restituire del denaro a causa di una falla nella procedura. Infatti, nel corso del 2022, era stata concessa una maggiore somma pari a 30 euro per i figli minorenni a patto che entrambi i genitori fossero lavoratori (articolo 4, comma 8, decreto legislativo 230/2021).

La procedura per richiedere la maggiorazione non contemplava la necessità che questa potesse essere accordata soltanto alle famiglie bigenitoriali e l’Inps è intervenuta soltanto a ottobre per bloccare le erogazioni a vantaggio delle famiglie monogenitoriali. Ora, con il conguaglio, chi ha percepito il contributo senza averne diritto dovrà restituirlo, vedendosi decurtati i futuri versamenti fino all’assorbimento del debito.

Come funzionano i conguagli

Può succedere che una famiglia abbia presentato l’Isee dopo avere inoltrato la domanda per l’assegno unico.

Ciò significa che qualche percettore dovrà attendere ancora affinché vengano applicati i conguagli alla propria posizione, infatti:

  • la prestazione viene ricalcolata dal primo marzo per coloro che hanno presentato l’Isee entro il 30 giugno dell’anno precedente
  • la prestazione viene ricalcolata a partire dal mese in cui è stato presentato l’Isee se ciò è avvenuto a partire dal primo luglio.

Chi non ha corretto le eventuali difformità nel proprio Isee o, non lo ha presentato, riceverà soltanto l’importo minimo dell’assegno unico, ossia 54,1 euro (50 euro indicizzati all’8,1%).

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