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Imu, i comuni più costosi e quelli più economici

Anche se cambia a seconda del territorio e della tipologia di abitazione, il contribuente può avere un’idea precisa dell’ammontare della tassa sulla seconda casa

 Imu, dove si paga di più in Italia e dove si risparmia

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Mancano pochi giorni al termine ultimo per il versamento obbligatorio dell’acconto Imu. Entro il 16 giugno si dovrà pagare, a meno che, come nel caso delle zone colpite dall’alluvione e dai terremoti, non ci siano esenzioni e slittamenti. Ma qual è il costo medio complessivo dell’Imu? Anche se cambia a seconda del territorio e della tipologia di abitazione, il contribuente può avere un’idea precisa dell’ammontare della tassa sulla seconda casa.

Quanto si versa mediamente per l’Imu

Secondo i calcoli degli esperti, nei capoluoghi di provincia il costo medio dell’Imu sarà di 1.074 euro. Solo per l’acconto i cittadini dovranno versare 537 euro. Il tetto massimo per le grandi città è di poco più di 2mila euro. Diverso il discorso per gli immobili di lusso dove il proprietario dovrà pagare mediamente 2.623 euro, con un acconto pari a 1.307 euro. In alcuni centri si arriverà alla considerevole cifra di oltre 6 mila euro all’anno. Per le cantine, tettoie, garage e altre pertinenze il costo medio annuo è di 55 euro, fino a un massimo di 110 euro.

I costi in Italia per le case di lusso

Spulciando la classifica delle città italiane, vengono fuori alcuni dati interessanti su quanto pagano i contribuenti di Imu per le abitazioni di lusso. A Roma il costo annuale è di 6.419 euro, a Grosseto 6.402 euro, a Milano 6.244 euro, a Venezia 6.037 euro e a Bologna 5.214 euro. Si paga di meno, invece, a Catanzaro, con 1.149 euro, a Messina, 1.141 euro, a Crotone, 1.089 euro, a Caltanissetta, 990 euro, e a Cremona 963 euro.

Le seconde abitazioni

Roma primeggia anche per le seconde case con 2.064 euro medi all’anno. Seguono Milano (2.040 euro), Bologna (2.038 euro), Genova (1.775 euro) e Torino (1.745 euro). Tra le città meno care ci sono: Sondrio (674 euro), Crotone (672 euro), Catanzaro (659 euro), Gorizia (585 euro) e Asti (580 euro). Per le seconde pertinenze la classifica è la seguente: Roma (110 euro annui), Milano (99 euro annui), Bologna (96 euro annui), Firenze (95 euro annui) e Napoli (95 euro annui).

L’ex addizionale Tasi

Sono diciassette le città italiane dove si è obbligati a pagare anche l’ex addizionale Tasi, con la conseguenza che l’aliquota va oltre la soglia massima dell’Imu, che è del 10,6 per mille. A Roma, Milano, Ascoli Piceno, Brescia, Brindisi, Matera, Modena, Potenza, Rieti, Savona e Verona l’aliquota è all’11,4 per mille. A Terni e Siena è all’11,2 per mille; a Lecce, Massa e Venezia all’11 per mille; ad Agrigento al 10,9 per mille. Altre settantacinque città capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l’aliquota del 10,6 per mille, tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari. In dieci città le aliquote sono sotto la soglia massima, tra cui, Gorizia, Pordenone, Ragusa, Udine, Belluno.

La riforma del catasto

La Commissione europea, intanto, spinge per la riforma del catasto. "Per noi le modifiche – dichiara la sindacalista della Uil Ivana Veronese al quotidiano la Repubblicasi rende necessaria per riportare equità nella tassazione sul mattone, annunciata più volte nel corso degli ultimi anni e mai attuata.

Riforma che deve prendere vita prestando, però, molta attenzione: questo cambiamento non dovrà significare maggiori prelievi, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili”.

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