Nel pacchetto della Legge di Bilancio 2026 trova spazio anche una nuova edizione della “pace fiscale”: il Consiglio dei ministri ha approvato la rottamazione delle cartelle quinqiues, che introduce un piano di pagamento più lungo e flessibile per i debiti fiscali. Il meccanismo prevede la possibilità di rateizzare gli importi fino a nove anni, suddivisi in 54 rate bimestrali di uguale importo, con prima scadenza fissata al 31 luglio 2026.
A chi si rivolge la misura
La misura è rivolta a chi ha regolarmente dichiarato quanto dovuto, ma non è riuscito a versarlo per problemi economici o per errori di pagamento. Non si tratta quindi di un condono, bensì di un intervento di sollievo per i contribuenti in difficoltà, mirato a chi ha agito in buona fede ma non ha potuto saldare i propri debiti.
Chi potrà accedere alla sanatoria
Secondo le stime preliminari, circa 16 milioni di italiani potrebbero rientrare nella nuova rottamazione, anche se la platea effettiva sarà inferiore: restano esclusi infatti coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi e chi ha già aderito alla rottamazione quater. Il provvedimento riguarda non solo i debiti verso l’Erario e l’Inps, ma anche quelli nei confronti degli enti locali, comprese Imu, Tari e multe comunali. Per aderire sarà necessario inviare una richiesta online all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 30 aprile 2026, indicando il numero di rate prescelto (fino a un massimo di 54).
Il nodo degli interessi
Uno dei punti più discussi riguarda gli interessi di mora, che in questa nuova edizione risultano decisamente più onerosi. Come riportato da Il Sole 24 Ore, il tasso applicato dall’Agenzia delle Entrate è salito al 4%, contro il 2% previsto nella precedente “quater”. A pesare è anche la durata più estesa del piano di rimborso, che può arrivare fino a nove anni: nei casi di debiti consistenti, il carico degli interessi potrebbe sfiorare il 36% del capitale iniziale. Una condizione che rischia di frenare l’adesione dei contribuenti, spingendo l’esecutivo a valutare eventuali correzioni nel testo definitivo della manovra, atteso in Parlamento nelle prossime settimane.
Più flessibilità, ma niente rata minima
Durante la fase di elaborazione si era ipotizzato di introdurre una rata minima di 100 euro, per evitare microversamenti poco efficienti in termini amministrativi. L’idea è stata però accantonata. In compenso, il governo ha scelto di rendere la misura più tollerante in caso di mancato pagamento: la decadenza dal beneficio scatterà solo dopo due rate non versate consecutivamente, e non già alla prima inadempienza. “Non è un condono per chi ha evaso, ma una soluzione per chi ha dichiarato e non ha potuto versare — ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti —. Abbiamo deciso di non fissare alcuna rata minima per ora, e di presentare la misura in Parlamento in una forma semplice e chiara".
Cartelle interessate e prospettive
Il perimetro della nuova rottamazione include le cartelle esattoriali emesse tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2023. Per i debiti di importo più contenuto, inferiori ai 5.
000 euro, è previsto un calendario abbreviato, con tempi di pagamento ridotti. È invece sfumata — almeno per ora — la proposta di richiedere un anticipo del 5% del debito totale come condizione per l’adesione, ipotesi pensata per evitare comportamenti opportunistici da parte dei contribuenti.