Cronaca locale

Clochard, contro il freddo pronti i tendoni riscaldati

L'emergenza. Strutture della Croce Rossa aperte in tre piazze della città. A Lambrate un’altra vittima: era un milanese di 42 anni

di Giulia Guerri

Gli uomini dell’Amsa l’hanno trovato ieri mattina all’alba su una panchina di Piazza Durante avvolto in una coperta, un cappello in testa, le scarpe da ginnastica e nella tasca dei jeans la copia sgualcita di una denuncia per il furto della propria borsa nel 2004. Claudio C., un clochard milanese di 42 anni è la sesta vittima per il freddo di queste notti. Dall’inizio dell’anno, le temperature polari con minime intorno allo zero hanno già provocato la morte di altri cinque senzatetto nel capoluogo lombardo.
Qui, in zona Lambrate, Claudio lo conoscevano tutti, gli amici raccontano che da tempo dormiva in una macchina, in una traversa di via Padova e non si spiegano come mai ieri avesse deciso di stare su una panchina. Un passato da meccanico, un periodo in comunità, e poi gli ultimi tre o quattro anni a vivere di espedienti, dopo la vendita del suo appartamento in via Arquà. E se dopo la sesta vittima per il gelo il fondatore dei City Angels, Mario Furlan ribadisce la proposta di un ricovero coatto per gli «irriducibili» che non vogliono lasciare la strada, impraticabile secondo il prefetto, il Comune risponde potenziando l’assistenza ai senzatetto. «Abbiamo aggiunto altri 45 posti letto - spiega l’assessore alle Politiche sociali, Mariolina Moioli al termine di una riunione sull’emergenza freddo -, potenziamo le unità mobili diurne e mettiamo altri punti caldi, tende attrezzate della Croce Rossa e della Protezione Civile del Comune, in altre parti della città per gli irriducibili». Sottolineando le difficoltà di ricorrere al trattamento sanitario obbligatorio, da applicare solo nei casi di estrema fragilità psichica, l’assessore ha ricordato che sono 1.577 le persone che stanno ospitando nei dormitori e più del 30% degli utenti vengono da fuori Milano, segno che la città offre molto ai barboni.
Rimane però il problema di chi non accetta l’accoglienza e di quelli che non si rendono conto dei rischi di una notte all’addiaccio. «Noi vogliamo dare posti sempre più dignitosi - aggiunge l’assessore -. Stiamo facendo un lavoro straordinario, non abbiamo mai visto una presenza così forte e intensa». Sulla proposta del Codacons di tenere aperti i mezzanini delle metropolitane per dare un riparo ai barboni, Moioli precisa: «Non la consideriamo perché ci sono ancora dei posti liberi dove possono andare», ricordando che finché c’è freddo le strutture accolgono chiunque, indistintamente. «Siamo di fronte ad un’emergenza umanitaria. Tutti i direttori dei centri di accoglienza con cui lavoriamo mi ripetono ogni giorno che il loro mestiere è ospitare chi ha bisogno, non fare i questurini», ribatte agli attacchi dell’opposizione.

E sulle statistiche diffuse ieri dall’Osservatorio di Milano sul «primato» della Lombardia per il numero delle vittime per il freddo di questo inverno, Paolo Valentini, capogruppo di Forza Italia in Regione commenta: «Questa morte è un richiamo per tutte le istituzioni, pubbliche e private, a continuare il lavoro avviato dalla Regione affinché il tema della solidarietà diventi il vero principio della società».

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