Alle dieci del mattino, al Libraccio di via Corsico, sui Navigli, cè già la fila. Nel corridoio stretto del negozio almeno una quarantina di persone, limmancabile lista alla mano, attendono di acquistare i testi per il nuovo anno scolastico. Meglio se di seconda mano. «Acquistando libri usati il risparmio è forte - spiega Martina, 14 anni, uscendo dal negozio insieme al padre con due sacchetti carichi di volumi -. Comprandoli tutti nuovi avremmo speso poco più di 200 euro, invece ne sono bastati 130».
Non a caso lo stesso affollamento si ritrova in tutte le sedi del Libraccio, che da ventanni, nei suoi sei negozi milanesi, permette la compravendita di libri scolastici di seconda mano. In via Santa Tecla, in via Vittorio Veneto o alla Bovisa (per citare solo le più frequentate), le librerie sono tutte piene da diverse settimane. Daltra parte con il caro scuola - che ha visto una crescita dei prezzi dei libri di testo, rispetto al 2006, pari al 5 per cento, e pochi giorni fa ha portato l'autorità antitrust ad aprire un'indagine per accertare eventuali distorsioni nel mercato - è molto meglio giocare d'anticipo. «Il vero boom è stato in questi giorni, con le lezioni ormai imminenti - spiega Francesca, che lavora nel negozio vicino a Porta Venezia -. Ma sono settimane che il flusso di persone è continuo». In realtà, la compravendita di libri comincia già a fine maggio, quando molti studenti si precipitano a restituire al negozio i testi usati durante lanno: se ancora attuali e in buone condizioni il Libraccio li ripaga fino al 30 per cento del prezzo originale, altrimenti li raccoglie e li manda al macero. Sul fronte dellacquisto, invece, il fiorente mercato dei libri di seconda mando consente di risparmiare in media il 40 per cento sul costo complessivo dei testi scolastici che, per le prime classi delle medie inferiori e delle superiori, difficilmente è inferiore ai 300 euro. Non sempre però è possibile ricorrere allusato, soprattutto per i testi di scuola media, perché il cambio delle edizioni, negli ultimi anni, è diventato molto più frequente.
«Quando io andavo a scuola un libro durava anche tre o quattro anni, ora hanno una vita media molto breve - spiega Raffaella, responsabile del Libraccio di via Santa Tecla -. Poi certo dipende dal tipo di testo: i libri di ragioneria vengono aggiornati ogni anno, un'antologia o una grammatica latina durano di più». Fenomeno che provoca molti mugugni. «Mi chiedo che bisogno ci sia di cambiare continuamente un testo di storia o di religione», borbotta una signora, uscendo di fretta dal negozio. «Tanto più che spesso gli insegnanti nemmeno usano tutti i volumi che fanno comprare, è uno scandalo», aggiunge Claudia, mentre cerca i libri per la figlia. Gli studenti però non si fanno molti problemi. «Spesso vanno bene anche le edizioni vecchie - spiega Matilde, allultimo anno del liceo scientifico -. Magari non corrisponde il numero di pagina, ma i contenuti sono gli stessi».
«Trovi già le pagine sottolineate - sorride Lorenzo, 18 anni, iscritto al liceo tecnologico -. Così è molto più facile studiare».
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