da Parigi
Quel giorno alla conferenza stampa del gruppo Paribas lemozione si tagliava col coltello: il direttore André Azoulay, oggi divenuto il consigliere economico del re del Marocco, annunciò le operazioni anti-Opa che la grande banca daffari francese avrebbe messo in atto allo scopo di impedire ogni possibile scalata ostile al proprio capitale. Tante precauzioni si sono rivelate però inutili, visto che dieci anni dopo quellannuncio, ossia nel 1999, il gruppo bancario francese Bnp (sigla che sta per Banque Nationale de Paris) riuscì con un colpo magistrale a mangiarsi Paribas e con essa il patrimonio di relazioni finanziarie che la banca ha sempre avuto nel mondo intero. Lappetito di Michel Pébereau, presidente di Bnp, era però sconfinato. Non contento di aver fagocitato Paribas, lanciò una sfida analoga a unaltra grande transalpina: Société Générale. La vicenda finì di fronte allautorità incaricata di regolare la concorrenza e le fusioni in materia finanziaria, che diede però ragione a Société Générale. Da quel momento Pérebeau ha sempre avuto lacquolina in bocca. Stavolta per lui è venuta loccasione doro: quella di mettere le mani sullitaliana Bnl.
Liniziativa di Bnp-Paribas sul gruppo italiano si inquadra in unimpressionante serie di acquisizioni che i gruppi economici - e in particolare bancari - francesi stanno compiendo attualmente in Europa e nel mondo intero. E in Italia la finanza transalpina è ampiamente presente ormai da anni. Il gruppo Bnp-Paribas ha sempre sognato una massiccia presenza nel nostro Paese, ma loccasione sembrava non venire mai. Vari accordi di «cooperazione industriale» sono parsi a portata di mano e sono stati talvolta firmati da Michel Pébereau e dai suoi collaboratori. Si trattava di attendere quellacquisizione di primissimo piano, che gli olandesi di Amro e gli spagnoli del Bbva avevano sognato e preventivato con le loro scalate e con le loro Opa, rispettivamente su Ambroveneta e Bnl. Le vicende italiane degli ultimi mesi hanno costituito dal punto di vista di Michel Pébereau unopportunità senza precedenti che è stata sfruttata in tempi particolarmente rapidi. Un capitolo a parte è quello delle prospettive di «bancassicurazione», ossia di cooperazione anche in Italia tra gruppi bancari francesi e gruppi assicurativi, che potrebbero restare in mani nostrane.
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