In coma per l’ecstasy, arrestati 4 minori

Sembrava solo una vittima, Roberto, che è ancora in un letto dell’ospedale di Desenzano. Sì, vittima lo è ma anche di se stesso. È quanto hanno scoperto i carabinieri di Brescia e di Desenzano a proposito del malore che ha ridotto in coma il 2 marzo scorso il 17enne di Cermenate. Si era sentito male nella discoteca «Mazoom» sul lago di Garda e due amici lo avevano portato al pronto soccorso. Anfetamina e alcool si era detto subito. Pasticche acquistate nel giro di droga che ruota attorno alle discoteche per alimentare lo sballo del sabato sera.
Invece, le cose sarebbero andate diversamente. Almeno questo è quanto risulta dall’indagine dei carabinieri che ieri ha condotto all’arresto a Lentate sul Seveso in Brianza di cinque ragazzi, un maggiorenne e quattro minorenni. Di fatto gli amici di Roberto, che con lui avevano - secondo gli investigatori - messo su un traffico di pasticche per pagarsi trasferte sul Garda e divertimento in «disco». Quindi, niente acquisto di pasticche fuori dal «Mazoom», niente pusher misterioso che si materializza nel parcheggio, cede l’ecstasy e poi sparisce. Nulla di tutto questo, visto che gli spacciatori erano gli stessi ragazzi brianzoli, tra i quali Roberto che da puscher dilettante è finito vittima, precipitando nel baratro del coma. Avrebbe ingerito insomma una delle 50 pasticche che lui e i suoi amici avevano acquistato a fine febbraio in Brianza. Una partita di ecstasy nella quale avevano intravisto l’affare. Avevano pagato 270 euro ma rivendendole a 10 euro l’una avrebbero si sarebbero rifatti. Tanto da ripagarsi abbondantemente dei costi dei successivi weekend.
In realtà, dilettanti i sei lo erano fino ad un certo punto. Attraverso i cellulari inviavano sms completi di fotografie delle pasticche, veri cataloghi sui quali i clienti potevano scegliere. Immagini e messaggi che sono stati tra le chiavi che hanno consentito ai carabinieri di alzare il velo su tutta la faccenda. Un’indagine cominciata proprio diffidando delle parole dei due amici che avevano portato all’ospedale Roberto e poi mettendoli sotto controllo. Adesso che l’indagine è arrivata ad una svolta, mancano ancora all’appello le pasticche. Ne sono state recuperate pochissime, le altre restano in circolazione.

E potrebbero essere pericolose, se è vero che a mandare in coma Roberto - che dopo i miglioramenti iniziali è stazionario - potrebbe non essere stato un mix di anfetamina e alcol ma pasticche «difettose». Ossia, l’ultima moda nel genere: medicinali, spesso scaduti, che vengono mischiati all’anfetamina. Una combinazione sbagliata e scatta il corto circuito. È questo forse che è successo a Roberto.

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