Un comitato per salvare i Navigli «Erano un’oasi, ora sono solo caos»

Residenti e negozianti contro abusivismo, inquinamento e parcheggio selvaggio

Raffaella Regina

Sono la delizia dei milanesi, i luoghi più frequentati d’estate, più sognati d’inverno. Le rive che ospitano il maggior numero di locali, un centinaio tra pub, birrerie, ristoranti e discoteche. Il popolo dei Navigli è d’accordo nel definire la zona una miniera di risorse, piena di vita, di divertimento ma anche di cultura, un’oasi nella caotica e superimpegnata Milano. Ma possibile che una tale fortuna debba essere rovinata dall’abusivismo, dal parcheggio selvaggio, dall’inquinamento, dalla maleducazione di tutti coloro che scambiano la Darsena per i bagni pubblici? Perché nel centro dell’industrializzazione e della civiltà non è possibile far rispettare delle semplici regole di convivenza così da rendere giustizia a uno dei luoghi più suggestivi ed invidiati di Milano?
È quello che si chiedono le trecento persone che si sono riunite fondando il «Comitato Navigli e Legalità», un gruppo di discussione aperta e apolitica nata da pochissime settimane. L’obiettivo di queste persone, residenti, artigiani e commercianti, è di portare un po’ d’attenzione sulla zona dove lavorano, dove vivono. Sono questi i motivi che hanno spinto il Comitato a rivolgersi all’avvocato Igor Colombi che per loro conto ha mandato una lettera al sindaco Letizia Moratti, sottoponendole una serie di questioni scottanti. «I cittadini si sono rivolti a me - afferma l’avvocato - per denunciare lo stato di degrado civile e di perpetua violazione della legge, che ormai da diverso tempo li affliggono». Sono molteplici i problemi riscontrati, e documentati in un dossier, dagli esercenti e residenti della zona.
«Tantissimi abusivi - dichiara Grazia Vailati, che gestisce uno studio pittorico situato nell’Alzaia del Naviglio Grande - arrivano nel primo pomeriggio e si piazzano davanti ai nostri negozi, ostacolando il passaggio dei clienti. Parcheggiano ovunque senza rispettare i divieti, alcuni addirittura verso le sei del pomeriggio cominciano a transennare senza permesso la “loro” zona per impedire il passaggio e il parcheggio alle altre auto». Per di più c’è il «fattore smog», tutti questi abusivi utilizzano delle lampade con dei motorini alimentati a petrolio, altamente inquinanti e rumorosissimi. Cesare Parea, proprietario del negozio «La chiave di Volta», in Ripa di Porta Ticinese, invece, calca la mano sul problema dell’estetica: «In questi ultimi anni la situazione sui Navigli è peggiorata, la gente non è per nulla invogliata a venire in questa zona. I parcheggi scarseggiano. Inoltre l’arredo urbano non viene assolutamente curato. Basterebbe qualche fioriera, delle panchine messe qua e là per valorizzare i Navigli e sfruttarne le potenzialità».
Addirittura alcuni esercenti non vogliono dare i loro dati, niente, nessun nome, cognome, nemmeno il nominativo della loro attività: «Abbiamo paura di ripercussioni». E poi ancora: «Molti pittori e artigiani della zona sono stati costretti a trasferire altrove la loro attività e altri ci stanno pensando. Per non parlare della sporcizia sotto i ponti che collegano le sponde del Naviglio. Per esempio sotto il ponte dello Scodellino passano i traghetti che portano in giro i turisti».


Il «Comitato Navigli e Legalità» chiede solo di essere ascoltato. «Ogni giorno cresce il numero degli associati - concude l’avvocato Igor Colombi -, questo è il segno che il problema è sentito, e che questa gente conta molto sull’intervento di una qualche autorità competente».

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