Il commento La domanda estera? Ossigeno per le imprese

La crescita della domanda estera è senz’altro un segnale positivo: conferma la progressiva ripresa dell’economia mondiale e la qualità del made in Italy ma soprattutto ridà ossigeno ad una parte rilevante del nostro sistema imprenditoriale. Cina, Brasile e India sono i grandi mercati emergenti che sembrano aver assorbito meglio di altri gli effetti della crisi. Per le nostre imprese, soprattutto le piccole e le medie, rappresentano una grande opportunità ma anche un rischio. Per evitarlo è necessario continuare ad investire nell’innovazione e nella ricerca e nello stesso tempo puntare a regole internazionali condivise per contrastare la concorrenza sleale a ogni livello. Senza parlare della piaga delle falsificazioni. Mi ha impressionato, ad esempio, il caso di un imprenditore milanese che si è visto clonare all’estero marchio, sito internet e prodotti con un danno difficilmente recuperabile.
Per quanto riguarda la domanda interna il periodo natalizio è stato sobrio ma non di crisi dove ha prevalso ancora un atteggiamento di fiducia, indispensabile per agganciare la ripresa economica. Tuttavia la grande crisi ha lasciato dietro di sé danni visibili e timori per nuove ricadute, soprattutto a livello di mercati finanziari. Il rilancio dell’occupazione è una priorità che va sostenuta mettendo in condizione il sistema delle imprese di fare bene il proprio mestiere. A Milano nel 2009 nel commercio al dettaglio c’è stato un saldo negativo di oltre 500 negozi e a livello nazionale di più di ventimila. È bene ricordare che il rilancio dell’economia è caricato soprattutto sulle spalle delle piccole e medie imprese. Alle istituzioni il compito di favorirle e sostenerle perché possano restare sul mercato producendo ricchezza e posti di lavoro. Come? Più facilità nell’accesso al credito, più incentivi all’innovazione e alla ricerca. Meno tasse e meno burocrazia.
La Camera di commercio, come altre istituzioni, sta cercando di moltiplicare le azioni concrete a sostegno delle imprese. Nel 2009 abbiamo direttamente impegnato oltre 20 milioni di euro per l’accesso al credito. Inoltre, grazie all’Accordo di programma con la Regione Lombardia e il sistema camerale, verranno messi a disposizione del mondo imprenditoriale 82 milioni di euro. Sono interventi importanti ma è necessario fare di più. Non si può far mancare l’ossigeno alle piccole e micro imprese Non si tratta di chiedere al sistema bancario di non fare selezione o di erogare cattivo credito.

È invece determinante recuperare il modello di prossimità tra banca e impresa. Il che significa per l’imprenditore essere valutato anche per le idee, i progetti e per la storia personale.
*Presidente della Camera di Commercio di Milano

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