Dopo cinque mesi di sperimentazione, il Comune di Milano ha deciso: si prosegue con il divieto anti alcol che impedisce ai baristi di vendere alcolici ai minori di 16 anni. Lordinanza è già stata firmata dal sindaco Moratti e inviata alla prefettura. Non solo viene vietata la vendita di alcol, ma ne viene messo fuori legge anche luso o la cessione. Che significa: i minorenni non possono commissionare lacquisto di birra o vino ai ragazzi più grandi. Dal 31 luglio, data di entrata in vigore dellordinanza, ad oggi sono stati multati 26 under 16, con una sanzione di 450 euro a testa. Tra di loro anche una ragazzina bresciana che, a un giorno dalla nuova regola anti alcol, è stata trovata dalla polizia locale ubriaca in piazza Vetra e ricoverata allospedale quasi in coma etilico. «Abbiamo detto da subito - precisa il vicesindaco Riccardo De Corato - che lordinanza non doveva essere giudicata con il multometro. Lobbiettivo infatti non deve essere repressivo ma educativo. Vogliamo determinare una maggior sensibilizzazione e consapevolezza sul problema, coinvolgendo genitori, pubblici esercizi, scuole e media». Sulla stessa linea anche Manfredi Palmeri, presidente del Consiglio comunale, che propone di utilizzare lo stesso spirito del divieto anti alcol per combattere unaltra grossa battaglia: quella contro le sigarette. O meglio, contro i tabaccai che vendono i pacchetti anche ai minori di 16 anni nonostante sia vietato per legge.
Daccordo sul prolungamento dellordinanza anti alcol anche i commercianti e i gestori dei locali: «Già prima dellordinanza - spiega Giorgio Montingelli dellUnione del commercio - tanti baristi si facevano grossi scrupoli a servire alcolici ai minori di 16 anni, ma la legge non impediva ai ragazzini di ordinarne. È importante che ci siano regole chiare per impedire anche ai baristi senza coscienza di vendere a tutti, anche ai giovanissimi».
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