Le conquiste della chirurgia spinale

La chirurgia spinale dispensa miracoli. Tornano alla normalità vecchi non più in grado di assumere una posizione eretta, condannati in una sedia a rotelle o con una autonomia limitata a pochi passi. Esplodono le patologie degenerative. L'invecchiamento della popolazione moltiplica malattie come l'Alzheimer o il Parkinson e crea un esercito di pazienti con problemi alla colonna lombare, dorsale, cervicale. L'intervento del neurochirurgo è sempre più necessario: toglie il dolore e fa recuperare al paziente la funzionalità. In Lombardia la chirurgia spinale è sviluppata: già ora si effettuano oltre 13mila interventi all'anno, un numero destinato a crescere per l'invecchiamento della popolazione e in quanto ai 9,5 milioni di lombardi si aggiungono migliaia di pazienti provenienti da altre regioni. Parliamo dello stato dell'arte della neurochirurgia spinale con il professor Maurizio Fornari, docente all'università di Milano, dirige dal Duemila il dipartimento di neurochirurgia (venti medici di cui otto neurochirurghi: con il suo team esegue oltre 1300 interventi chirurgici all'anno) dell'Istituto Galeazzi, un centro che oggi, nella sua veste di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, è un gioiello della sanità italiana ed europea sia nell'area ortopedica, sia per le patologie croniche spinali e funzionali.
Fornari, nato a Milano nel 1950, dopo la laurea e la specializzazione, si è formato a New York al Mount Sinai Hospital e poi, dal 1975 al Duemila, al Centro Neurologico Besta di Milano.
«Con l'invecchiamento - precisa - molti anziani accusano una stenosi lombare, cioè il restringimento del canale spinale con compressione delle radici nervose. Questa patologia (che determina la claudicatio neurogena) è fortemente invalidante: dolori insopportabili rendono impossibile camminare dopo poche centinaia di metri. Un trattamento farmacologico o fisioterapico, non basta. Si deve ricorrere alla chirurgia che in questi ultimi anni si è evoluta adottando metodiche incruenti come la microdecompressione con approccio monolaterale, cioè che non richiede più la temuta laminectomia, una procedura ben più demolitiva. Grazie a queste metodiche il paziente si alza il giorno stesso dell'intervento e viene dimesso il giorno dopo con una veloce ripresa funzionale. Al Galeazzi abbiamo curato migliaia di casi ed ora disponiamo della più grande casistica al mondo, i cui risultati sono stati pubblicati sul Journal of Neurosurgery, la più autorevole pubblicazione scientifica internazionale. L'altra patologia temibile, a volte associata alla stenosi - prosegue il professor Fornari - è rappresentata dalla instabilità lombare o spondilolistesi lombare. È caratterizzata dalla instabilità della colonna vertebrale: le vertebre lombari tendono a scivolare in avanti. È una patologia, frequente dopo i 65 anni, che provoca dolori lombari insopportabili, tali da non consentire la posizione eretta. Il rimedio è rappresentato dall'applicazione di fissatori interni in titanio che riallineano e stabilizzano la colonna con completa ripresa funzionale. Questa chirurgia è divenuta meno rischiosa ed invasiva grazie all'aiuto di sistemi di guida computerizzata».
L'Istituto Galeazzi si è dotato, secondo in Europa, di un sistema di navigazione spinale e di una TAC intraoperatoria (attiva durante l'intervento) con una completa informatizzazione dell'imaging del malato e delle esecuzioni delle procedure. Il paziente lascia l'ospedale dopo 2-3 giorni dall'intervento e riprende le normali attività. Solo dieci anni fa questi casi di stenosi e di spondilolistesi erano considerati inoperabili. «Anche a livello cervicale - aggiunge Fornari - la patologia dominante è la stenosi, cioè la proliferazione dei fenomeni degenerativi e artrosici che comprimono il midollo spinale cervicale. Il quadro clinico può variare da una paraparesi (spasticità alle gambe) alla tetraparesi (coinvolgimento anche delle braccia). La procedura chirurgica che va eseguita è la decompressione prevalentemente per via anteriore, con successiva stabilizzazione con fissatori interni in titanio. Anche a livello cervicale Tac intraoperatoria e sistemi informatizzati hanno reso questi interventi meno invasivi, precisi, sicuri. I pazienti sono dimessi, anche dopo le operazioni più complesse, in prima giornata con l'ausilio di un collare. Un capitolo di attualità è il trattamento delle fratture da osteoporosi. In questi casi si ricorre a procedure mininvasive, percutanee, di vertebroplastica (iniezioni di cemento) o di cifoplastica. Il continuo aumento dell'età media della popolazione moltiplicherà le esigenze di trattamento della colonna degenerativa. Nuove soluzioni saranno fornite dalla ricerca con colture cellulari, cellule staminali, fattori di crescita».

Ad inizio aprile si terrà al Galeazzi il «Third International Symposium on advanced spinal surgery», organizzato dal professor Antonio Zagra, ortopedico direttore del reparto di chirurgia spinale I, e dallo stesso dottor Maurizio Fornari.

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