Il musicista Fazil Say è sorprendentemente originale. E talmente ricco di sensibilità che gli consente di andare oltre qualsiasi forma di purismo ovvero fondamentalismo musicale: ama e frequenta Mozart così come ama e frequenta il jazz. E ancora, scrive ampi e impegnativi affreschi come Oratori, ma non si nega alla musica da film. È poi cresciuto in una terra, la Turchia, con un bagaglio musicale fatto di arabeschi sonori, di melodie arabeggianti che poco hanno a che fare con la musica dOccidente.
Say è a Milano in questi giorni per un doppio appuntamento con la Società dei Concerti. Dopo la performance di mercoledì, ritorna alla ribalta stasera (ore 21), in Conservatorio con lOrchestra del Festival Michelangeli diretta da Pier Carlo Orizio. Occasione in cui Say entra in campo nella duplice veste di pianista e compositore, dinterprete di un proprio Concerto, intitolato Silk road, e del Concerto K.
Fazil Say, classe 1970, è figlio di Ahmet Say, scrittore e intellettuale, noto in Turchia per limpegno politico.
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