Marta Bravi
«Che cosa vuol dire Amo Milano? Cosa intende lex prefetto quando dice Milano ha bisogno damore? Questa è una delle solite banalità alla Ferrante». Questa la sferzata che ha lanciato ieri lassessore comunale alle Politiche Sociali, Tiziana Maiolo, durante lincontro con gli anziani al Circolo della Stampa. Il riferimento dellassessore è allincipit del discorso che Bruno Ferrante ha tenuto settimana scorsa al Palalido davanti al segretario ds Piero Fassino. Banalità e mancanza di originalità, dunque, alla base della campagna elettorale dellex prefetto, almeno a sentire la Maiolo. E cè del vero. Lo slogan «Amo Milano», infatti, non è certo nuovo, anzi, era stato coniato dallex sindaco socialista Carlo Tognoli per la sua associazione riformista. «Amare Milano a parole non significa nulla. Tutti amiamo Milano, vero?», osserva piccata lassessore. «Quello che conta sono i fatti, limpegno, lattenzione: il numero verde che abbiamo istituito per segnalare situazioni di bisogno e di emarginazione di anziani soli, il servizio di portierato sociale nelle case Aler, i contratti di quartiere, lassistenza domiciliare ai malati, il pasto a casa per persone in difficoltà. Questo vuole dire amare veramente Milano, che è la città dellaccoglienza».
Tiziana Maiolo parte nuovamente allattacco: «Gli over settanta rappresentano il sale della nostra città, sono un ottimo esempio di integrazione. Parte di loro sono emigrati dal sud e hanno saputo adattarsi e identificarsi con la città e con la sua cultura. Le persone che arrivano oggi a Milano e in Italia hanno il dovere di integrarsi, anche se sembra che non ne abbiano assolutamente la volontà, cosa dimostrata dagli atteggiamenti di ostilità e addirittura di odio che manifestano».
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