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Contributi all’editoria: indagato Ciarrapico

RomaAncora una bufera giudiziaria sull’imprenditore ciociaro Giuseppe Ciarrapico, ex re delle acque minerali ed ex presidente della Roma calcio, oggi senatore del Pdl, editore di numerose testate locali, con grossi interessi nel campo della sanità.
L’accusa della Procura di Roma è di truffa ai danni dello Stato, per aver percepito indebitamente contributi per l’editoria per 20 milioni di euro dal 2002 al 2007 e per aver tentato senza successo di ottenerli anche per il periodo 2008-2010. In sostanza, Ciarrapico avrebbe incassato il doppio dei soldi pubblici dovuti. Con Ciarrapico sono indagati per truffa aggravata in concorso il figlio Tullio e altre 5 persone, ritenute dei «prestanome». La Procura parla di «gravi fatti di fraudolente percezioni di contributi dell’editoria».
La Guardia di finanza ha sequestrato preventivamente nella capitale, a Milano e in altre località italiane, conti correnti, immobili, quote societarie (anche del Policlinico Casilino) e un’imbarcazione di lusso ormeggiata a Gaeta. I beni hanno un importo complessivo di 20 milioni e sono tutti riconducibili, attraverso intestazioni fittizie, all’imprenditore e al figlio. Saranno affidati a un custode societario, che farà in modo che le attività imprenditoriali non siano compromesse.
L’indagine del pm Simona Marazza, con il coordinamento dell’aggiunto Pietro Saviotti, è partita diversi anni fa, dopo una puntata del programma di Raitre «Report» di Milena Gabanelli, che denunciava casi di finanziamenti sospetti ai media.
Il «Ciarra» non è nuovo ai guai giudiziari, dalla truffa negli anni ’90 Safim-Italsanità al crac della Casina Valadier e ha collezionato diverse condanne. Ma contrattacca: «Un avviso di garanzia non invecchia mai e può far sempre comodo se si tratta di un senatore del Pdl». Dice che è stata ritirata fuori un’indagine «dormiente» del 2005, promossa dalla pm Marazza, «nota per la sua contiguità con De Magistris, concorrente politico di Di Pietro». E questo, per «aumentare i rumors giudiziari a carico del Pdl».
Le società editrici di Ciarrapico, Nuova Editoriale Oggi srl e Editoriale Ciociaria Oggi srl, amministrano 8 giornali. Secondo un comunicato della Procura avrebbero chiesto i contributi contemporaneamente, con gestioni separate e figurando come cooperative. Così sarebbe stata elusa la legge sull’editoria del ’90, che prevede certi requisiti per ottenerli, compresa la partecipazione di almeno il 51 per cento delle cooperative. Ciarrapico, con la complicità di alcuni dipendenti avrebbe evitato i controlli e, secondo il gip Elvira Tamburelli, costituito 2 società, Neo srl e Eco srl. Lui, si legge nella motivazione del decreto di sequestro preventivo, ne era il «dominus indiscusso» per l’attività editoriale, nonostante si sia più volte dichiarato «nullatenente».

E sarebbero stati accertati anche bonifici bancari per destinare i contributi pubblici per l’editoria verso conti correnti in Lussemburgo.

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